Il 10 dicembre del 1948 fu varata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.
Assetto delle città demaniali del Regno durante il periodo feudale |
Fu il primo passo di rilevanza mondiale dell’Onu e fu anche un passo di estremo coraggio, che molti credevano sarebbe stato impossibile da realizzare.
La Dichiarazione stabiliva per la prima volta nella storia che i diritti delle persone non sono un fatto interno dei singoli Stati – come aveva affermato Adolf Hitler - ma un diritto universale e inalienabile di ogni individuo.
Il primo dei trenta articoli recita: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
All’epoca della sua stesura, oltre l’80 per cento della popolazione mondiale viveva in condizioni semifeudali.
Oggi più della metà vive in società democratiche.
Ricadute in Sicilia
della Costituzione del 1812
Manifesto inteso a far conoscere il nuovo assetto "liberale" del Regno, già feudale. |
Il liberalismo si affermò fra la popolazione europea più colta tra Settecento e Ottocento, nel dopo Rivoluzione francese
-sui principi della libertà individuale,
-sul postulato economico del liberismo (proprietà ed iniziativa privata),
-sull'eguaglianza giuridica dei cittadini,
-sulla divisione dei poteri,
-sull'affermazione di uno stato di diritto garantito da una costituzione,
-sulla partecipazione alla vita politica da parte di un elettorato (allora) selezionato in base al censo,
-sulla rappresentanza di questo elettorato in un Parlamento dotato del potere legislativo,
-sull'abolizione dei vincoli feudali,
-sulla piena sovranità e laicità dello stato e sulla tolleranza religiosa.
La Costituzione siciliana del 1812 fu la costituzione adottata quell'anno nel Regno di Sicilia dal reggente Francesco di Borbone in risposta alle tante rivolte scoppiate nell'isola e all'avanzata sul continente delle armate napoleoniche, portatrici delle libertà sortite in seguito alla Rivoluzione francese.
Che tutte le libertà qui sopra elencate non esistessero nell'Isola fino a quella data lo vedremo -a Dio volendo- nel corso del 2020, quando proveremo a descrivere come si vivesse a Contessa sotto il regime feudale dei Cardona, dei Gioeni e dei Colonna.
Con l'odierna pagina ci proponiamo invece di iniziare ad apprezzare le conquiste "liberali" che discendono dall'abbattimento del feudalesimo e dalla Rivoluzione Francese. In prosieguo proveremo anche a capire come, nel secondo dopo-guerra del Novecento, le libertà liberali si sia provato, in Occidente, ad ampliarle con i diritti umani e sociali portati avanti -soprattutto- dalla politica dei partiti progressisti-socialisti miranti a dilatare la portata delle libertà che il liberismo riconosceva a chi possedeva lo status di "cittadino" e fosse -economicamente- autosufficiente.
Da cosa deriva "l'Opinione Pubblica ?"
Le varie insurrezioni che successivamente alla Rivoluzione Francese avvennero in più parti dell'Europa, e anche in Sicilia, mirarono ad abbattere il feudalesimo, quel sistema sociale-economico che gli arbëreshe giunti in Sicilia nel 1450-1500 non avevano conosciuto nella loro terra, o che comunque nei decenni precedenti all'esodo avevano assaporato in conseguenza delle tante occupazioni territoriali dei Balcani da parte degli angioini, dei veneziani, dei genovesi, durante la fase di massima fragilità dell'Impero Romano d'Oriente.
Fra le più grandi conquiste del liberalismo sono da apprezzare il riconoscimento degli individui quali "persone", ossia portatori di considerazioni e diritti riconosciuti dallo Stato. Non si tratta di conquista di poca portata: essa implicò la fine del "feudalesimo" e della signoria di pochi sugli esseri umani.
Certo, la subordinazione umana ai potenti è ancora durata ben oltre quel 1812, ma la crescita umana è stata, allora, sancita e avviata. Grazie a cosa ? Non certo grazie alla semplice emanazione dello Statuto regio, che ha pur tuttavia implicato lotte, sacrifici e morte di tanti patrioti.
Il processo di crescita umana è stato avviato oltre che dai patrioti che denunciavano il permanere dei comportamenti ottusi delle classi dirigenti rispetto alle enunciazioni costituzionali ma anche dai nascenti movimenti socialisti il cui raggio di azione andava ben oltre i diritti liberali, infatti essi rivendicavano inoltre i diritti sociali che le costituzioni liberali dell'epoca invece ignoravano in assoluto.
Il Costituzionalismo. Alla base della storia siciliana di quell'inizio del XIX secolo vi è -quindi- il "costituzionalismo" e, come vedremo di seguito, la nascente "libertà di stampa" utilizzata ampiamente dalle varie organizzazioni liberali, libertarie e socialisteggianti.
Da queste due fonti "costituzionalismo" e "libertà di stampa" è andata crescendo lentamente e faticosamente tra Ottocento e Novecento la coscienza popolare, l'opinione pubblica, la critica al Potere, la coscienza civile delle popolazioni.
Sul quadro socio-umano dell'Isola nel periodo "liberale" avremo modo di approfondire in prosieguo e lo faremo contestualmente alla vicenda storica "feudale" che ha caratterizzato la magra vita degli arbëreshe dal Cinquecento fino al Seicento ed Ottocento. Non intendiamo lasciare ovviamente intendere che il Novecento sia stato felicissimo per i contessioti. Tutt'altro.
L'intento del Blog è quello di far capire che la vicenda storica locale (o nazionale) non si esaurisce con i -comunque meritori e utili- raccontini o con la cronologia degli eventi. Quella è una vicenda che quasi sempre nel corso del tempo si è sporcata (o meglio si è gloriata) fra lacrime e sangue.
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