Il 26 Gennaio 1979 il mafioso corleonese Leoluca Bagarella uccide il giornalista Mario Francese.
Mario Francese, giornalista dal profondo impegno civile, non ha fatto altro che scrivere la verità, affinché tutti potessero prendere consapevolezza sulla realtà della nostra terra.
Era coraggioso nello scrivere quello che non doveva essere raccontato.
“Mario Francese è morto perché ha detto ciò che non doveva dire, - disse la pm Laura Vaccaro durante la requisitoria del processo - secondo l'ordine stabilito da Cosa nostra, e ha scritto ciò che per i mafiosi non doveva essere scritto e portato alla coscienza di tutti”.
Francese era cronista di giudiziaria, scavava senza tregua per svelare la struttura di Cosa Nostra e arrivò a comprenderne le gerarchie.
La Mafia da lui rivelata non operava più nel latifondo; era connessa alla classe politica e conquistava nuovi spazi.
Il suo coraggio e il suo fiuto di cronista lo portarono ad occuparsi sulla Strage di Ciaculli, sull’omicidio del colonnello Giuseppe Russo, sulla Valle di Belice e più specificatamente sulla diga Garcia.
Pubblicò sul GdS un’inchiesta a puntate riguardante gli appalti della diga Garcia e raccontò di uomini del disonore che spesso erano amici e soci d’affari della Palermo bene, di imprenditori e persino di prelati.
Fu messo a tacere, il 26 gennaio del 1979 a colpi di pistola da Leoluca Bagarella, davanti casa sua. Da lì a poco avrebbe compiuto 54 anni.
La Diga
La diga Garcia, che sorge sul Belice, è intitolata al suo nome, e si estende in gran parte in territorio di Monreale, servendo un bacino di circa 1300 ettari di terreno. Fornisce acqua a un territorio che comprende Comuni delle province di Palermo (Roccamena, Contessa Entellina, Camporeale), Trapani (Poggioreale, Salaparuta, Gibellina e Partanna) e Agrigento (Montevago, Santa Margherita di Belice, Sambuca e Menfi).
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