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giovedì 2 gennaio 2020

2 Gennaio

Il 2 Gennaio 1968 il dottor Christiaan Barnard esegue il secondo trapianto di cuore coronato da successo.

Barnard, uno dei pochissimi chirurghi a essere passato alla Storia, era poco apprezzato dai compagni di lavoro. Non tanto per le capacità tecniche (indiscusse) ma piuttosto per quell’insieme di comportamenti che gli antichi Greci avrebbero definito hybris: la tracotanza di chi ritiene di poter superare qualsiasi limite, di chi persegue i propri obiettivi violando leggi, usanze e tradizioni condivise. 
Tanto per dirne una, quando il precedente 3 dicembre 1967 espiantò il cuore da una giovane donna per trapiantarlo in un uomo di mezza età, Barnard era, almeno secondo le leggi di allora, un omicida. 
Non solo. Ai tempi della sua storica impresa non era il cardiochirurgo più quotato al mondo, né l’ospedale Groote-Schuur di Città del Capo, dove operò, era considerato la punta di diamante per i trapianti d’organo.

Così Barnard spiegò alla stampa la tecnica del trapianto appena eseguito.
Il trapianto di cuore si può sintetizzare in 4 fasi.
1 - Espianto del cuore del donatore: si apre lo sterno e si espone il cuore. Quindi si “clampano” (cioè si chiudono) vene e arterie, si raffredda il cuore e si recidono i vasi.
2 - Trasporto: non può durare più di 4 o 5 ore. Il cuore viene immerso in una sostanza che ne mantiene la temperatura intorno ai 4-10 °C per rallentarne il deterioramento.
3 - Espianto del cuore del ricevente: si installa la circolazione sanguigna extracorporea, si sezionano i vasi e si asporta il cuore, lasciando in sede la parte posteriore degli atri.
4 - Impianto: si collegano i due atri, poi il moncone dell’arteria polmonare e quello dell’aorta. Quindi si ferma la circolazione extracorporea e si sblocca l’aorta. |
(Dati  estrapolati dalla rivista Focus)

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