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sabato 7 luglio 2018

L’interrogativo.


Una cosa è certa. E’ difficile dare per scontato che 
-la verità sull’uomo, 
-sull’essere umano, 
-e sul senso e sul significato del mondo degli uomini, 
-sulla Storia 
-e sull’eternità dell’esistenza 
sia celata, condensata, accentrata, nelle parole e sul tipo di vita e di morte di un uomo vissuto duemila anni fa.
E’ difficile, ma molti danno –diamo- tutto per scontato. Molti, senza mai interrogarsi, accettano –accettiamo- con naturalezza che dietro le sembianze di un uomo, di un falegname, stiano le fondamenta ed il senso del vivere umano.

L’uomo di oggi, che vive ad oltre due secoli dall’esplodere della cultura dell’Illuminismo, che dall’insegnamento laico e pubblico dello Stato liberale viene ( dovrebbe essere) marchiato dalla cultura “critica”, dalla “ragione”, dal “razionalismo”, può accettare, senza molto interrogarsi ed interrogare, che le fondamenta del vivere da uomini sono racchiuse nella vita e nell’insegnamento di un singolo uomo, vissuto in un contesto tanto diverso da quello di oggi ?

Molti sono i contemporanei, almeno fra coloro che in almeno un decennio della loro vita hanno letto almeno un libro, che non si scandalizzano dello scuotere di testa del romano e poco umano Pilato che dice ”Dunque, tu saresti il Figlio di Dio ?” «Che cos'è la verità?”, e lo dice per scherzo, senza attendere risposta.
Sta di fatto che anche se disattesa e sbeffeggiata, la domanda di Pilato rimane un interrogativo che continua a serpeggiare nell'umanità di ieri e di oggi e di cui i responsabili, la Gerarchia, della Chiesa poco si preoccupano. 
Molti oggi l'interrogativo l'accantonano, altri le riservano risposte sbrigative, altri sono scettici sulla possibilità di una risposta. 
Su questo interrogativo proveremo ad intrattenerci in prosieguo per alcune pagine del Blog.

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