StatCounter

martedì 24 luglio 2018

La liturgia bizantina. Ciò che un laico coglie -1-

Come non essere spinti da curiosità e da riflessione, ossia a meditare su ciò che la piccola Chiesa Cattolico-Bizantina presente come piccola isola in Italia, rispetto al vasto-potente-ricco continente Cattolico-Romano, propone (o prova a proporre con voce via via sempre più fioca) a chi va alla ri-cerca del senso e del fine del Cristianesimo ? 

Forse non tutti colgono la rilevanza e l'opportunità di avere nelle nostre piccole comunità italo-albanesi di Sicilia (Piana degli Albanesi, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Contessa Entellina e comunità della Chiesa della Martorana, a Palermo) una fonte dove attingere cultura, culto e visione del Cristianesimo che -conforme nell'intento a quello romano parte però da presupposti culturali, cultuali e di visione diversi.

Sappiamo tutti come la Chiesa Romana, inserita più che quella Bizantina, nella modernità occidentale così fortemente caratterizzata prima dall'Umanesimo e quindi dall'Illuminismo ed oggi pure dalla post-modernità abbia più volte, nei Concili, preso atto dell'evoluzione socio-culturale che intorno ad essa avveniva ed abbia cambiato già su precedenti cambiamenti il bagaglio di trasmissione al mondo (appunto, mediante la Liturgia) iniziato e poi ereditato da duemila anni su ciò che era avvenuto ad opera di un ebreo palestinese che arrivò a dirsi e a comportarsi da Figlio di Dio. 
Quello in cui avvennero i fatti palestinesi era un mondo segnato dalla religione ebraica, dalla cultura ellenico-alessandrina (non per nulla il Nuovo Testamento è scritto in greco) e dalla politica imperiale romana. 

Il Cristianesimo nacque e si formò nella sua essenza entro la cornice ora tratteggiata. I parametri entro cui quella sua essenza fu tratteggiata all'interno dei testi del Nuovo Testamento e poi presentata e proposta al mondo sono in chiave e secondo la visione culturale greco-ellenistica seppure con agganci all'antico Testamento ebraico.
Nel nostro Occidente, i fatti palestinesi di duemila anni fa e l'interpretazione di essi, li abbiamo accolti così come per alcuni secoli la civiltà bizantina li ha elaborati e successivamente cristallizzati -lungo più secoli- nella Divina Liturgia. Diciamo cristallizzati perché quei testi, al contrario di quanto accade dal IX secolo in poi nella Chiesa romana, non sono mai stati modificati, piuttosto integrati fino al XIII secolo. Nei primi secoli cristiani pure a Roma la Liturgia era quella nell'impostazione culturale/cultuale e visione bizantina.
Non stiamo dicendo che la Chiesa Romana abbia poi alterato qualcosa del messaggio (i Vangeli stanno lì per tutto e per tutti), ma della modalità di trasmissione mediante la Liturgia, si. Questo è avvenuto e le modifiche si sono susseguite più e più volte fino al non lontano Vaticano II.

Ecco perchè ci proponiamo di scandagliare, non da esperti che non siamo, nella Liturgia e nel significato della Chiesa antica, quel patrimonio culturale, cultuale e di visione che è -oggi- raccolto nella Liturgia bizantina e quindi in quella delle nostre piccole Chiese cattolico-bizantine dell'Eparchia di Piana e Lungro che in quella più consistente della Chiesa Ortodossa, pure essa operante in Italia e nel mondo al pari di quella romana.   

Nessun commento:

Posta un commento