I media governativi ci inondano di
percezioni infondate
Il 2018 è l’anno, ed il mese di giugno è il mese, in cui la Tv di Stato ci ha bombardato di notizie sull’immigrazione per farci dimenticare le promesse socio-economiche della campagna elettorale. Ascoltiamo
termini come “invasione” e “tsunami” degli immigrati. A pochi giornalisti –timorosi
di essere rimossi da Salvini- viene la minima curiosità di
andare a verificare se quello che ci raccontano ha che fare con la realtà.
I dati statistici curati dalle agenzie dell'Onu parlano chiaro e dicono cose diverse, fra cui che gli italiani sono fra i popoli che più di altri emigrano.
Ricordo di essere cresciuto in una famiglia di emigrati, secondo il catechismo di Papàs Janni
Di Maggio e secondo la formazione impartita dalle Scuole Pubbliche e in tutti e tre questi contesti mi fu
insegnato di rispettare sempre e comunque le persone di qualsiasi provenienza nella loro
piena dignità umana ed ancora mi fu insegnato che comportarsi così è un d-o-v-e-r-e
La Tv di Stato continua a darci una percezione della
realtà sbagliata dando voce ai politici “populisti” che riportano affermazioni al pubblico del tipo "è finita la pacchia". Ci stanno inoltre raccontando falsamente che l’Italia è
“invasa” ed “islamizzata” dai migranti.
I dati statistici
invece dimostrano che l’Europa -e soprattutto l’Italia- non è il luogo della
prima accoglienza per chi fugge dall’Africa. Solo il 6% delle persone che
sfuggono dalla guerra e dalla fame s’imbarcano per l'Europa. È il Medio Oriente che
riceve il 39% dei rifugiati ed –è bene sapere-
in Africa arrivano il 29% di chi scappa. L’alto commissariato delle Nazioni Unite per
i rifugiati (UNHCR) indica la Turchia come primo paese di accoglienza, dove
arrivano i profughi Siriani, dall’Iraq, dall’Afghanistan e altri paesi vicini,
superando il numero totale di 3 milioni. L'Europa assegna infatti a titolo umanitario 3miliardi di euro alla Turchia.
Secondo le
ultime analisi del Centro Studi e Ricerche IDOS (Dossier Statistico
Immigrazione 2017) durante gli ultimi 20 anni il numero dei migranti forzati a
spostarsi è raddoppiato, nel 1997 sono stati 33,9 milioni e hanno raggiunto
65,6 milioni nel 2016. L’aumento principalmente si è concentrato nell’arco
degli anni 2012-2015.
Da il Dossier Statistico
“A produrlo è
stata non solo la crisi siriana (il 65% della popolazione siriana – 12 milioni
di persone – è sfollata interna o rifugiata all’estero), ma anche gli oltre 40
conflitti armati – sia interni che tra stati – in corso nel mondo (solo in
Africa si stimano più di 100 gruppi di guerriglieri), rispetto alla cui
drammaticità le 15 missioni di peacekeeping attivate da parte delle Nazioni
Unite possono dare solo un piccolo contributo per limitarne l’impatto sulla
popolazione civile”.
Per quanto
riguarda l’Italia, la popolazione residente totale è di 60.589.445 (2016), di
cui la popolazione straniera raggiunge la cifra di 5.047.028. Quindi la
percentuale di stranieri sul totale della popolazione arriva all’8,3%. È
curioso il fatto che tra gli immigrati entrati in Italia il 51.7% proviene non
dai paesi in via di sviluppo e di paesi che stanno affrontando una guerra, ma
proprio dall’Europa.
Il che vuol dire che è più numeroso lo spostamento
all’interno dei confini europei. Dall’Africa verso l’Italia arriva solo il
20,7% di persone, mentre dall’Asia il 20,2%. Se andiamo a vedere le prime
cinque collettività residenti in Italia, nel 2016 la classifica è la seguente:
Romania (1.168.000), Albania (448.000), Marocco (420.651), Cina (281.972) e
Ucraina (234.354).
“L’Italia,
con i suoi 60 milioni di abitanti, 5 milioni di immigrati e 5 milioni di
emigrati all’estero censiti dall’Aire (senza contare gli oltre 60 milioni di
discendenti), rappresenta lo 0,8% della popolazione mondiale e il 4% circa dei
migranti nel mondo”, – dice il Dossier.
Tutti parlano
–in tv di Stato- dei 5 milioni di immigrati, ma nessuno si preoccupa degli
altri 5 milioni di Italiani che lasciano il paese. È la tipica comunicazione alla
Salvini che costruisce l’opinione pubblica e se le informazioni passano
attraverso il termine “invasione” ed “islamizzazione d’Italia”, ci allontaniamo
ancora di più da una sana percezione di questo fenomeno migratorio.
La ricerca di IPSOS, svolta l’anno scorso, conferma che
l’Italia è il primo paese europeo con tasso più alto d’ignoranza quando si
parla della percezione dei flussi migratori. “Molti italiani sono convinti che
l’Italia ormai sia un paese invaso; secondo la loro percezione il 30% della
popolazione italiana è composta da immigrati, mentre i dati ufficiali parlano
di circa l’8%. La differenza tra mito e realtà è notevole (22%)”.
La guerra non è l’unico motivo dello spostamento delle
popolazioni. Molte persone, soprattutto nei paesi che soffrono la povertà e la
fame, si lasciano tutto alle spalle e vanno alla ricerca di un futuro migliore.
Non stanno attraversando i confini per turismo, ma per sopravvivere e trovare
l’opportunità di un lavoro, per l’istruzione che nei loro paesi d’origine è impossibile
ricevere. Proprio come stanno facendo i 5milioni di italiani che si trovano all'estero (e continuano a crescere di numero). E mentre alcuni rifugiati stanno seguendo le procedure legali
d’ingresso, molti altri scelgono la strada illegale (per disperazione) pur
rischiando la propria vita.
(I dati statistici sono ripresi da un testo della Fondazione Pietro Nenni)
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