Riflettere sull'anzianità
Con
l’avanzare negli anni, -si dice- che acquisiamo esperienza ed abilità che ci
consentono di affrontare al meglio gli alti e i bassi della vita.
La
saggezza acquisita ci permette infatti di prendere
decisioni, di superare paure e di conservare la serenità di fronte alle
circostanze complesse.
L’esperienza che via via acquisiamo ci consente inoltre di capire chi siamo, di conoscerci e ci suggerisce
come gestirci nei pregi che sicuramente possediamo e nei nostri inevitabili
difetti che sempre e comunque ci portiamo appresso.
Sicuramente col passare degli anni ci lasciamo alle spalle l’ansia per
quello che gli altri dicono o pensano di noi.
Conoscere a fondo se stessi
è il compito gratificante degli anziani.
I
giovani tengono particolarmente al proprio aspetto e a ciò che si
dice e si fa sul loro conto. Gli anziani col trascorrere degli anni imparano a vivere in pace con
se stessi anche perché rispetto al passato la vecchiaia è divenuto un aspetto quasi esclusivo della propria vita privata.
Molti
anni fa i nonni, gli anziani, erano attorniati da più figli e parecchi nipoti.
Oggi la vecchiaia la si vive da soli, o quasi, specialmente nelle grandi città
dove è stata istituzionalizzata persino la morte... in ospedale e poi
nella camera mortuaria. L'odierna società non vuole più vedere i vecchi morire.
La morte e la vecchiaia vengono trattate
alla stregua di una malattia, di un complesso insieme di sintomi da curare, a
volte persino da guarire.
“Niente ci fa
invecchiare più rapidamente che
pensare incessantemente che
stiamo diventando vecchi”
-Georg Christoph
Lichtenberg-
fisico e scrittore tedesco.
(1 luglio 1742, Ober-Ramstadt, Germania
-24 febbraio 1799, Gottinga,
Germania).
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