Il Vivere ed il morire
È possibile che forme di pregiudizio ingiustificato si annidino dentro di noi? Si, e verosimilmente sono frutto del mondo culturale entro cui viviamo.
Il “pregiudizio” -“prima-giudizio” - non è altro che un giudizio prematuro, basato su informazioni insufficienti, su una conoscenza incompleta ed infondata.
Di solito si tratta di opinioni personali, idee precostituite e preconcette che si acquisiscono sin dall’infanzia, durante le fasi iniziali della socializzazione, e vi influisce moltissimo il punto di vista dei genitori.
() Su una rivista mi è capitato di leggere che negli Stati Uniti
a parità di corporatura con un bianco, un nero è percepito come più minaccioso e pericoloso. Ciò ovviamente si definisce "pregiudizio".
La maggior parte degli americani non solo valuta i neri come più grossi e muscolosi dei bianchi, ma li reputa anche potenzialmente più pericolosi, tanto da giustificare sempre e comunque l'uso della forza da parte delle forze di polizia per fermarli, anche se sono disarmati e anche se sono pacifici.
Di contro gli statunitensi di colore nero nonostante anch'essi percepiscano i neri (a pari stazza dei bianchi) come più grossi, non per questo li reputano più pericolosi.
() Sulla stessa rivista leggo che se un ragazzino si arrampica su un muro si accorge che il giardino entro cui da sempre ha giocato è più grande di quanto da giù aveva sempre immaginato. Fino ad allora aveva conosciuto soltanto una parte. Da sopra al muro vede riesce a vedere anche la parte oltre il muro. Vede tutto il giardino.
A impedire la percezione del tutto e ad imporre il frammento separato, è stato quindi il muro. Sono i muri.
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I muri geografici e politici ci dividono, come quello che ha diviso per quasi un trentennio Berlino, la Germania e pure l’Europa. O come quello che separa dal 1994 Israele dalla Striscia di Gaza. O come il muro americano in costruzione tra Stati Uniti e Messico.
Il Mondo degli uomini, anche degli uomini che eravamo abituati a considerare civili, ama -a quanto appare- vivere dietro le porte blindate delle proprie piccole patrie, nei limiti angusti della paura e della diffidenza, dell’identità che non accoglie.
Sono i muri di pensiero, che hanno sempre separato per secoli all'interno dell'Occidente i valori di “giustizia sociale” e l’utopia storica della sinistra dalla sensibilità cristiana, dalla buona novella evangelica che rovescia persino l’immaginario del potere configurando una dimensione altra di esistenza terrena. E adesso che gran parte di questo muro è crollato e la Chiesa si mostra ancora più avanzata di certe forme partitiche di pseudo sinistra, l'Occidente punta con ferocia all'individualismo, al populismo e al nazionalismo ... e qui da noi, in Italia, pure ad atteggiamenti di razzismo.
Sono i muri di pensiero, che hanno sempre separato per secoli all'interno dell'Occidente i valori di “giustizia sociale” e l’utopia storica della sinistra dalla sensibilità cristiana, dalla buona novella evangelica che rovescia persino l’immaginario del potere configurando una dimensione altra di esistenza terrena. E adesso che gran parte di questo muro è crollato e la Chiesa si mostra ancora più avanzata di certe forme partitiche di pseudo sinistra, l'Occidente punta con ferocia all'individualismo, al populismo e al nazionalismo ... e qui da noi, in Italia, pure ad atteggiamenti di razzismo.
Stiamo costruendo un muro diverso e nuovo, rispetto a quelli finora crollati.
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