20 Gennaio
A Rimini il 20 gennaio 1920 nasce Federico Fellini, uno dei maggiori protagonisti della storia del cinema mondiale. Vincitore di quattro Premi Oscar per il miglior film straniero, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera diventando così il regista con il maggior numero di Oscar vinti in assoluto.
Conseguita la maturità classica, nel 1938, spicca il volo oltre le mura troppo ristrette del “Borgo” e cerca di farsi strada come disegnatore, ottenendo i primi ingaggi, prima a Firenze e poi a Roma. Dal 1941, inizia un’intensissima attività di soggettista e sceneggiatore, finche’ non realizza, nel 1950 con sua moglie Giulietta Masina, Alberto Lattuada e Carla del Poggio, il suo film d’esordio: Luci del varietà. Segue Lo Sceicco Bianco (1952) e quindi l’affermazione de I Vitelloni (1953).
Realizza con La Strada (1954), Il Bidone (1955), Le Notti di Cabiria (1957) una trilogia ispirata a una sorta di realismo definito “creaturale”, o piuttosto a un espressionismo poetico di cui La Dolce Vita (1959), affresco di una Roma dolce e decadente colta nel momento del primo boom economico, rappresenta allo stesso tempo il più maturo punto di arrivo e l’aperta rottura.
Nel 1963 realizza Otto e Mezzo, con la struttura narrativa priva di una trama tradizionale, e l’irrompere dell’incoscio. Nel successivo Giulietta degli Spiriti (1965) animato da una rutilante visionarietà, Fellini trasferisce in un personaggio femminile il ricamo delle proprie ossessioni con aperti riferimenti alla psicanalisi junghiana.
Nel 1968 dirige Toby Dammit, episodio di Tre passi nel delirio e sua unica escursione nel genere horror. Nel 1969 realizza la trasposizione fantastica del romanzo latino di Petronio Arbitro, Fellini Satyricon.
Nel 1970 realizza I Clowns (1970). Negli anni Settanta torna ancora con Roma (1972) e Amarcord (1973) ai due poli della sua ispirazione: l’amata capitale del suo cinema e la Romagna dei suoi sogni e condizionamenti adolescenziali.
Nel 1976 è la volta de IlCasanova di Federico Fellini.
Nel 1978 realizza Prova d’orchestra, film per la televisione, un’allegoria del marasma politico-sociale dell’Italia contemporanea. La confusione e il suo assordante rumore sono al centro anche di La città delle donne (1979), in cui il regista confessa tutto il suo terrore per gli eccessi del movimento femminista.
Il suo onirismo profetico partorisce nel 1983 E la Nave Va, un’opera inquietante dalla preziosa veste formale; e nel 1985 Ginger e Fred, il più spericolato, tenero e coinvolgente rifiuto alla dittatura della televisione che omologa in un unico impasto nocivo, gusto e coscienze.
Nel 1987 Intervista, film relativamente a basso costo.
Tre anni dopo, nel 1990 appare sugli schermi La Voce della Luna, l’ultima opera, a cui il regista affida il suo testamento spirituale, una profonda e complessa riflessione sulla vecchiaia e la morte, il mistero della vita e l’infinito amore per sue creature guardate attraverso il prisma deformante della follia.
Federico Fellini è morto a Roma, in seguito a un ictus cerebrale, il 31 ottobre 1993.
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