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lunedì 12 gennaio 2015

Hanno detto ... ...

CLAUDIO VELARDI, imprenditore, editore e politico italiano. Fu uno dei consiglieri più stretti del presidente del Consiglio dei ministri Massimo D'Alema. 
Una cosa è certa: tutta la vecchia nomenclatura della sinistra politica e sindacale conta solo sui giornali. 
Nella realtà non esiste

MAURO DEL BUE, direttore de Avanti!

Lasciamo perdere gli errori compiuti, da ultimo quello dell’inspiegabile atteggiamento oscillante sulla crisi siriana che è all’origine della nascita dell’Isis. Oggi occorre isolare gli stati che sono collusi col terrorismo, che allevano terroristi, che li finanziano, che li appoggiano. 
È la prima mossa necessaria se vogliamo combattere una lotta, o una guerra, senza ambiguità e senza reticenze. Stiamo parlando dell’Arabia saudita, dello Yemen, del Quatar, ormai anche di parte della Libia. Se ci sono prove che questi paesi, o segmenti del potere di questi paesi, hanno responsabilità dirette o indirette nel processo di attivazione di cellule terroristiche si prendano le misure conseguenti. 
La seconda necessaria decisione è quella di evitare ancora tentennamenti nella guerra contro lo stato terroristico che si è insediato tra Iraq e Siria, quel califfato dei tagliagola, degli stupratori, degli assassini di infedeli, che ha preso linfa vitale dalle crisi mediorientali e si sta ulteriormente e pericolosamente allargando. Non bastano aiuti in armi, non basta qualche bombardamento. Occorre un’azione che sia risolutiva. 

ALDO CAZZULLO, editorialista del Corriere della Sera
Forse per la prima volta nella storia, ieri a Parigi si è vista in campo l’Europa. L’Unione disunita, pavida, insicura sin quasi al disprezzo di se stessa, almeno nel lutto si è ritrovata. L’immagine dei leader sottobraccio - Hollande accanto alla Merkel, Rajoy a Cameron -, o che si abbracciano come parenti che partecipano dello stesso dolore, è speculare all’onda di commozione e solidarietà che ha attraversato il continente: élite e popolo per una volta dalla stessa parte. Questa è l’Europa migliore: quella che porta nella prima fila di una manifestazione Netanyahu e Abu Mazen, quella che accoglie il premier ucraino Yatseniuk. Non era mai accaduto prima; e non è un caso.

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