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giovedì 22 gennaio 2015

Santa Maria del Bosco nel territorio di Contessa Entellina (1)

di Calogero Raviotta

Quando si parla di S. Maria del Bosco si intende naturalmente sia il complesso monumentale, costituito dalla chiesa e dai due chiostri, sia la numerosa comunità monastica che vi opera per secoli, sia le estese proprietà terriere del Monastero, sia infine l’antico culto molto diffuso e dedicato alla Madonna del Bosco, cioè l’intera istituzione, che, con la sua presenza e le sue molteplici attività, svolge fino al XIX secolo un ruolo importante nella vita culturale, religiosa, economica e sociale di tutte le popolazioni dei comuni confinanti. Il presente testo è dedicato agli antichi legami tra S. Maria del Bosco e le predette comunità.

Gli antichi legami nella memoria delle comunità limitrofe
Per parecchi secoli numerosi fedeli dei centri abitati della Valle del Belice si recano a S. Maria del Bosco  per partecipare alla festa annuale del monastero: inizialmente il 15 agosto (Assunzione della Madonna) e successivamente il 28 agosto (S. Agostino).
In tale occasione la chiesa, i chiostri ed i cortili di S. Maria del  Bosco sono gremiti di pellegrini, giunti a piedi o a dorso di mulo dai paesi limitrofi (Contessa, Bisacquino, Sambuca, Giuliana, Chiusa, ecc.).
Fin dalla soppressione dei beni ecclesiastici (1866) però, col conseguente trasferimento ai privati delle proprietà (monastero e feudi) di S. Maria del Bosco, inizia un progressivo ridimensionamento dei molteplici legami intercorsi per secoli tra la gente dei comuni limitrofi ed il Monastero.
Cessano infatti i diritti di uso comune, che i  comuni limitrofi avevano sui terreni di proprietà di S. Maria del Bosco (pascolo, raccolta delle spighe, pietre per gesso e calce, sosta notturna del bestiame, caccia, raccolta di frutti selvatici, erbe e ghiande, ecc.), perché dal Tribunale civile dichiarati decaduti nel 1879, su istanza dei nuovi proprietari privati.
In particolare il legame religioso, rimasto vivo fino ai primi decenni del secolo XX, da alcuni è considerato esaurito attorno al 1960, da quando Santa Maria del Bosco non è più utilizzata come residenza estiva del Seminario della diocesi di Monreale.
Dopo tale data, per incuria la chiesa ed i locali annessi subiscono un progressivo abbandono e, per l’assenza di monaci  e di sacerdoti operanti nel Monastero, anche l’annuale appuntamento religioso del 28 agosto a S. Maria del Bosco rimane sospeso per circa 25 anni: viene ripreso dal 1985, quando si svolge  il primo convegno sul recupero dell’antico complesso monumentale.

Particolari legami tra S. Maria del Bosco e Contessa
Dal  28 agosto 1985 ad oggi i contessioti  rinnovano ogni anno puntualmente il pellegrinaggio annuale a Santa Maria del Bosco per tenere vivo l’antico legame religioso, la secolare devozione riservata alla Madonna del Bosco e l’interesse della gente e delle istituzioni verso questo antico luogo di culto e di cultura.
Per la diversità del rito (bizantino-greco a Contessa e romano nel Monastero), l’antico legame religioso non determina nel Monastero una presenza significativa di monaci di origine contessiota. Si ha notizia solamente di due monaci nati a Contessa: fra’ Giuseppe Agostino Oddo e fra’ Pietro Pizzolato.
Quest’ultimo, secondo le testuali parole di padre Atanasio Schirò di Contessa, “morto nel 1832, di santa vita e così devoto e caro a Gesù ed a Maria che spesso fu veduto, per concorde attestazione dei Padri e dei suoi confratelli, levarsi in estasi, orando dianzi l’immagine dell’Assunta, posta sulla porta del Refettorio. Il quadro é una copia dell’Assunta, dipinta da Tiziano, il cui originale é nelle sale dell’Accademia di Venezia. Per l’episodio attribuito a fra’ Pietro Pizzolato, il quadro era particolarmente venerato dai monaci, ed una lampada vi ardeva perennemente”.
Non meno importante sono per i contessioti sia il legame territoriale  (la chiesa ed il Monastero di S. Maria del Bosco e gran parte dei suoi feudi infatti si trovano nel territorio di Contessa Entellina), sia  il legame economico (molti braccianti e contadini di Contessa in passato trovano lavoro nei numerosi feudi di proprietà del Monastero di S. Maria del Bosco), sia il legame sociale (in passato da Contessa e da tutti i paesi vicini i poveri accorrevano al Monastero per avere assistenza non solo alimentare, sostando sul lungo sedile di pietra, che ancor oggi si può ammirare a destra del portone del primo chiostro).
Oggi Contessa custodisce significative testimonianze di particolare valore culturale, che appartenevano al Monastero:
-   la Biblioteca di S. Maria del Bosco (scaffali, libri, manoscritti, carte topografiche),     ceduta nel 1869 dal Demanio al Comune (circa 1500 titoli, circa 2500 volumi)
-   4 candelabri di legno verniciati in oro donati alla parrocchia greca
-   un organo a canne del ‘700 in funzione oggi nella Chiesa di S. Rocco
-   un  ostensorio d’argento  donato alla parrocchia latina
-   un piccolo armonium utilizzato nella parrocchia latina nel secolo scorso
-   alcune opere d'arte (tele) che oggi ornano le chiese di Contessa.
Va ricordato infine il legame istituzionale tra il Comune di Contessa e la famiglia Inglese, proprietaria del Monastero di S. Maria del Bosco: Antonino Inglese è  sindaco di Contessa  nel 1914, Podestà nel 1935 ed ancora sindaco nel 1943, anno in cui, essendo deceduto,  è nominato sindaco il nipote Guglielmo Inglese.

P. S. La Bibliografia di seguito citata sarà integrata da altri titoli prossimamente.
-   Atanasio Schirò, “Il Monastero di S. Maria del Bosco di Calatamauro in Sicilia” (Tipografia e legatoria del Boccone del Povero - Palermo, 1894)
-   Atti dei tre Convegni organizzati dall’Associazione Culturale” Nicolò Chetta”
    (Contessa Entellina, 1985, 1987 e 1988)
-   Anton Blok, “La mafia di un villaggio siciliano. 1860-1960”
    (Edizione di Comunità -  Torino, 2000)

(C. Raviotta - SMB 1 - continua)

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