«Finite
le prime tre votazioni, siamo arrivati al momento chiave e su Sergio Mattarella
auspico si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune
dell’Italia». Questo è il messaggio semplice, di poche parole, con cui il
segretario del PD Matteo Renzi ha invitato in serata tutte le forze politiche presenti in
Parlamento a convergere, domani alla quarta votazione, sul nome di Sergio
Mattarella, il giudice costituzionale palermitano.
Quale quindi lo scenario ?
Il centro destra di Berlusconi e di Alfano hanno, per essenza, la vocazione del potere; sono per natura governative e pertanto non vorrebbero restare fuori dalla scelta del Capo dello Stato che resterà, nel Palazzo del Quirinale, nei prossimi sette anni.
Queste due formazioni del centro-destra hanno solamente da sciogliere gli imbarazzi, le forme, con cui devono spiegare ai rispettivi elettorati il perchè mai stanno convergendo sull'uomo che è di Renzi.
Mattarella pur avendo una sua propria storia personale di tutto rispetto (nonostante l'ombra paterna) sia sotto il profilo professionale che politico è, da molti osservatori, ritenuto l'uomo che non farà ombra a Renzi e che non possiede una visione strategica che possa collidere da quella dell'attuale ospite di Palazzo Chigi. L'uomo giusto per Renzi.
Mattarella, inoltre, ha consentito a Renzi di ricompattare (almeno per questa fase politica) il Pd e di evitare quella che appariva, fino a pochi giorni fà, una probabile scissione di alcune anime culturali della sinistra piddina.
Se quindi dal fronte del centro-destra si stanno cercando i modi di convergenza manifesta o camuffata sul nome di Mattarella, anche dal fronte estero delle Ambasciate dei paesi alleati si sta cercando di capire chi è, sul piano personale, quello che ormai appare il candidato favorito alla Presidenza della Repubblica Italiana.
Da questo fronte stanno arrivando consensi: Mattarella fu ministro della difesa che ha trattato sugli F16 e che governò durante la vicenda bellica, con D'Alema Presidente del Consiglio, del Kossovo.
Allo stato attuale resta, quindi, da capire se i 101 che affossarono due anni fà Romano Prodi conservano ancora gli antichi legami fra loro oppure se -regnando Renzi- si sono affrancati.
Vedremo domani ..
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