di Calogero Raviotta
Santo venerato in tutto il mondo, nel calendario liturgico è ricordato
il 17 gennaio sia nel rito romano, noto come S. Antonio Abate, sia nel rito bizantino, noto come
S. Antonio taumaturgo il Grande.
Si tratta naturalmente dello stesso santo, molto conosciuto e venerato in
Oriente ed in Occidente, come protettore degli animali.
La devozione popolare per S. Antonio è testimoniata in tante località
dai numerosi luoghi di culto a lui dedicati (chiese, cappelle, piccole edicole
votive), specialmente nelle comunità di tradizione agricolo-pastorale, dove ancora
sopravvivono particolari e secolari tradizioni legate alla sua festa.
Nato nel 250 in Egitto, S. Antonio, dopo la morte dei suoi
genitori, si ritira nel deserto, dopo aver distribuito ai poveri i suoi beni.
Attratti dalla sua santità molti seguono il suo esempio di vita. E’ considerato
inoltre il fondatore del monachesimo orientale.
I contessioti, che hanno superato i 50 anni, ricordano che al mattino
del 17 gennaio, davanti al sagrato delle due parrocchie venivano benedetti gli
animali, la paglia ed il fieno.
In alcuni paesi si usa fare
un gran falò: suppellettili vecchie, vestiti non più usati, mobili, ecc.
vengono accatastati in un piazzale e la sera tutto brucia tra la gioia dei
bambini, che guardano le alte fiamme, mentre la banda musicale suona e gli
adulti bevono vino caldo ed i più giovani te caldo. In alcuni paesi agricoli il
parroco va anche a benedire le cascine e le fattorie, dove vivono famiglie di
contadini.
Anche a Contessa è ancora vivo il culto dedicato a S. Antonio
abate, cui è dedicata la cappella rurale del borgo Castagnola, a metà strada
tra Contessa Entellina e Sambuca di Sicilia, a pochi chilometri da Adragna, nel
Borgo Castagnola. La chiesetta circa 40 anni fa è costruita dall'ERAS (Ente di
Riforma Agraria della Sicilia) tra le poche case di un borgo rurale: rimane però
chiusa al culto fino al 1988, quando dal mese di giugno improvvisamente comincia
a diventare nota in tutta la Sicilia
Occidentale perché si diffonde la voce che il viso della statua della Madonna
di Fatima, esposta nella cappella, si muova miracolosamente.
Per tutta l'estate 1988 la gente, sempre più numerosa, visita la
cappella del Borgo Castagnola e la sua
notorietà rimane viva anche nel 1989 e nel 1990, quando viene considerata
l'opportunità di aprire ufficialmente al culto la chiesetta.
Il 14 luglio 1990 infatti la cappella viene formalmente consegnata
alla Eparchia di Piana degli Albanesi ed affidata a papas Nicola Bufalo, parroco della Chiesa Matrice di Contessa
Entellina, ed
29 luglio 1990, il vescovo dell’Eparchia di Piana
degli Albanesi, mons. Sotir Ferrara, apre ufficialmente al culto la cappella
consacrando l'altare e benedicendo l'intero edificio, alla presenza delle
autorità locali e di un numeroso gruppo di fedeli: la chiesetta viene
dedicata a S. Antonio abate.
La cappella purtroppo da qualche tempo rimane solitamente
chiusa. Una volta qualche anno fa il 17
gennaio un piccolo gruppo di contessioti col parroco vi celebra una breve
funzione religiosa, dedicata a S. Antonio. Da quando non è solitamente aperta
al culto l'edificio gli arredi e le immagini custodite nella chiesetta
subiscono un progressivo degrado, cui si tenta di porre rimedio recentemente
con interventi di manutenzione: riparazione delle finestre ponendo fine ai danni provocati
all'intrusione di animali, imbiancatura, pulizia dell'intero edificio e delle
immagini, paramenti, immagini, ecc. custodite nella cappella.
Da molti fedeli di Contessa, di Sambuca e di altri paesi vicini la
conscrazione e l'apertura al culto della chiesetta di S. Antonio è accolta con molto favore e simpatia,
considerando la particolare ubicazione del borgo Castagnola: andare ad assistere alla messa,
nella chiesetta del borgo, costituisce un buona occasione non solo per
soddisfare il precetto festivo, ma anche per fare una piacevole passeggiata,
lontano dai rumori e dal traffico cittadino, per respirare l'aria pura della
campagna e per ammirare un vasto panorama di
particolare bellezza (Riserva Naturale Orientata “Monte Genuardo e Santa
Maria del Bosco”, Castello di Calatamauro, ecc.). La cappella da qualche anno é
dotataanche di iconostasi. L'autore delle numerose icone esposte nella cappella
é papas Nino Cuccia, sacerdote di rito bizantino di Contessa Entellina, il
quale svolge attualmente la su attività pastorale presso il Santuario di
Pompei. Recuperare al culto questa chiesetta, almeno per il periodo estivo,
potrebbe gratificare le aspettative di contessioti e dei paesi limitrofi come
sopra precisato.
AUGURI a tutti gli
Antonio di Contessa e non
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