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venerdì 30 gennaio 2015

Santa Maria del Bosco nel territorio di Contessa Entellina (3)

di Calogero Raviotta 
Giurisdizione ecclesiastica
Dopo il primo convegno, organizzato nel 1985 dall’Associazione Culturale Nicolò Chetta, che servì principalmente a togliere dal letargo S. Maria del Bosco di Calatamauro, quasi ogni anno sono state organizzate iniziative culturali (convegni, mostre, concerti, ecc.) e religiose (annuale celebrazione liturgica il 28 agosto, festa di S. Agostino) per riproporre costantemente all’attenzione delle istituzioni pubbliche e private il necessario intervento di recupero e di valorizzazione di questo monumentale e storico luogo di culto e di cultura, intervento intensamente auspicato e principalmente atteso dalle comunità dei paesi limitrofi, che per tanti secoli hanno avuto un profondo legame religioso, culturale e sociale con l’antico Monastero.
E’ stato fatto già un intervento di recupero conservativo sulle strutture della chiesa rimaste (campanile, facciata, cappelle lato Nord), dopo i rovinosi crolli avvenuti dopo il 1970, e sono stati restaurati recentemente anche i locali di proprietà pubblica annessi alla chiesa (lato Est del primo chiostro).
Gli ulteriori passi significativi per la valorizzazione di S. Maria del Bosco devono riguardare oltre che gli interventi di recupero della Chiesa e del Monastero (due chiostri di proprietà privata) anche il ripristino delle attività di culto, ormai da lungo tempo trascurate, di competenza dell’autorità ecclesiastica, che ha giurisdizione su S. Maria del Bosco.
Al riguardo é noto che il 14 novembre 1310 la piccola comunità di S. Maria del Bosco di Calatamauro (12 Eremiti  con fra’ Fazio priore) giura “solennemente vita evangelica, povertà ed ubbidienza” a mons. Bertoldo, Vescovo di Girgenti. La Chiesa ed il Monastero di S. Maria del Bosco, per molti secoli, rimangono sotto la giurisdizione ecclesiastica del  vescovo di Agrigento, cioè dall’inizio del XIV secolo fino al 1845, quando il territorio di Contessa passa dalla diocesi di Agrigento a quella di Monreale. Un ulteriore cambiamento della giurisdizione ecclesiastica sul territorio di Contessa si ha nel 1937, limitatamente ai fedeli di rito bizantino, che passano sotto la giurisdizione della nuova diocesi (Eparchia) di Piana degli Albanesi. L’ultima variazione al riguardo si ha con la Bolla “Orientalis Ecclesiae” di papa Giovanni XXIII, datata 8 luglio 1960, che trasferisce sotto la giurisdizione ecclesiastica di Piana degli Albanesi i Comuni di Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano.

Cardinale Paolo Romeo
attuale Amministratore della
Eparchia di Piana degli Albanesi,
già Nunzio Apostolico in
Italia.
)

Giovanni Vescovo Servo dei Servi di Dio
A perpetuo ricordo del fatto
La fama della Chiesa Orientale, che tanti uomini  illustri e santissimi hanno acquistata e conservata con la più alta virtù; inoltre i meriti verso questa sacralissima Cattedra di Pietro, certamente grandi e singolari, fecero sì che i Romani Pontefici, ai quali niente sta mai più a cuore che avere cura del popolo cristiano, riguardassero con particolare amore alla medesima Chiesa, alle sue vicende ed alle sue attività.
Stando così le cose, volendo Noi provvedere nel modo più adatto ai paesi siciliani di Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano, fondati un tempo da fedeli di rito bizantino e che fin dal 1937, anno in cui è stata istituita con la Bolla “Apostolica Sedes” la diocesi di Piana dei Greci, sono soggetti alla giurisdizione di più  Ordinari, dopo aver chiesto il parere di quanti bisognava interrogare, in forza della Nostra autorità apostolica decretiamo e comandiamo quanto segue.
Vogliamo che i Comuni soprannominati con i loro sacerdoti e fedeli tutti, sia di rito greco che di rito latino, con tutte le parrocchie, chiese, oratori pubblici e semipubblici, le case religiose sia maschili che femminili ivi esistenti siano posti sotto la potestà e la giurisdizione del solo Vescovo di Piana dei Greci, cessando del tutto la giurisdizione dell’Arcivescovo di Palermo sul Comune di Mezzojuso e quella dell’Arcivescovo di Monreale sui Comuni di Contessa Entellina e di Palazzo Adriano. Di conseguenza, pertanto, rendendosi vacanti le parrocchie di rito latino, il vescovo di Piana dei Greci provveda a norma del diritto, cessando il privilegio di presentazione e da parte dell’Ordinario di Monreale.
Vogliamo che la presente Bolla abbia  valore ora e nel futuro, così che quanto viene decretato per mezzo di essa sia religiosamente osservato dagli interessati ed entri perciò in vigore.
La validità della medesima Bolla non potrà essere intaccata da altre prescrizioni contrarie, alle quali tutte a mezzo della stessa deroghiamo.
Ordiniamo pertanto che se qualcuno, qualunque sia l’autorità di cui è rivestito, dovesse operare contro quanto abbiamo stabilito, sia scientemente che inscientemente, il suo agire sia ritenuto senza effetto e senza valore.
A nessuno, inoltre, è lecito alterare questi documenti della Nostra volontà, anzi agli esemplari ed ai tratti di questa Bolla, sia stampati che manoscritti, che portino il sigillo di persona costituita in dignità ecclesiastica e nello stesso tempo sottoscritti da pubblico notaio, si dovrà la stessa fede che si avrà per la presente, quanto verrà mostrata.
Se qualcuno disprezzerà o comunque rifiuterà questi Nostri Decreti sappia che incorrerà nelle pene stabilite dal diritto per coloro che non attuano gli ordini dei Sommi Pontefici.
Dato in Roma, presso S. Pietro, l’8 luglio dell’anno del Signore 1960, 2° del Nostro Pontificato. 
                    G. Card. Cicognani - Giacomo Luigi Copello (Cancelliere della S. R. C.).>

Il testo della Bolla é molto chiaro, ma non ha avuto ancora piena attuazione per la chiesa di S. Maria del Bosco. Nei prossimi blog alcuni testi e documenti saranno dedicati alle iniziative  finora promosse  in sede civile ed in sede ecclesiastica, per far conoscere sia l'appartenenza (proprietà della chiesa e dei locali annessi) sia l'attuale giurisdizione ecclesiastica su S. Maria del Bosco. 
 (C. Raviotta - SMB 3 - continua)


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