di Calogero Raviotta
Giurisdizione
ecclesiastica
Dopo
il primo convegno, organizzato nel 1985 dall’Associazione Culturale Nicolò
Chetta, che servì principalmente a togliere dal letargo S. Maria del Bosco di
Calatamauro, quasi ogni anno sono state organizzate iniziative culturali
(convegni, mostre, concerti, ecc.) e religiose (annuale celebrazione liturgica
il 28 agosto, festa di S. Agostino) per riproporre costantemente all’attenzione
delle istituzioni pubbliche e private il necessario intervento di recupero e di
valorizzazione di questo monumentale e storico luogo di culto e di cultura,
intervento intensamente auspicato e principalmente atteso dalle comunità dei
paesi limitrofi, che per tanti secoli hanno avuto un profondo legame religioso,
culturale e sociale con l’antico Monastero.
E’
stato fatto già un intervento di recupero conservativo sulle strutture della
chiesa rimaste (campanile, facciata, cappelle lato Nord), dopo i rovinosi
crolli avvenuti dopo il 1970, e sono stati restaurati recentemente anche i
locali di proprietà pubblica annessi alla chiesa (lato Est del primo chiostro).
Gli
ulteriori passi significativi per la valorizzazione di S. Maria del Bosco
devono riguardare oltre che gli interventi di recupero della Chiesa e del
Monastero (due chiostri di proprietà privata) anche il ripristino delle
attività di culto, ormai da lungo tempo trascurate, di competenza dell’autorità
ecclesiastica, che ha giurisdizione su S. Maria del Bosco.
Al
riguardo é noto che il 14 novembre 1310 la piccola comunità di S. Maria del
Bosco di Calatamauro (12 Eremiti con
fra’ Fazio priore) giura “solennemente vita evangelica, povertà ed ubbidienza”
a mons. Bertoldo, Vescovo di Girgenti. La Chiesa ed il Monastero di S. Maria
del Bosco, per molti secoli, rimangono sotto la giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Agrigento, cioè dall’inizio del
XIV secolo fino al 1845, quando il territorio di Contessa passa dalla
diocesi di Agrigento a quella di Monreale. Un ulteriore cambiamento della
giurisdizione ecclesiastica sul territorio di Contessa si ha nel 1937,
limitatamente ai fedeli di rito bizantino, che passano sotto la giurisdizione
della nuova diocesi (Eparchia) di Piana degli Albanesi. L’ultima
variazione al riguardo si ha con la Bolla
“Orientalis Ecclesiae” di papa Giovanni XXIII, datata 8 luglio 1960, che
trasferisce sotto la giurisdizione ecclesiastica di Piana degli Albanesi i
Comuni di Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano.
Cardinale Paolo Romeo attuale Amministratore della Eparchia di Piana degli Albanesi, già Nunzio Apostolico in Italia. |
Giovanni Vescovo
Servo dei Servi di Dio
A perpetuo
ricordo del fatto
La fama della
Chiesa Orientale, che tanti uomini
illustri e santissimi hanno acquistata e conservata con la più alta
virtù; inoltre i meriti verso questa sacralissima Cattedra di Pietro,
certamente grandi e singolari, fecero sì che i Romani Pontefici, ai quali
niente sta mai più a cuore che avere cura del popolo cristiano, riguardassero
con particolare amore alla medesima Chiesa, alle sue vicende ed alle sue attività.
Stando così le
cose, volendo Noi provvedere nel modo più adatto ai paesi siciliani di
Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano, fondati un tempo da
fedeli di rito bizantino e che fin dal 1937, anno in cui è stata istituita con
la Bolla “Apostolica Sedes” la diocesi di Piana dei Greci, sono soggetti alla
giurisdizione di più Ordinari, dopo aver
chiesto il parere di quanti bisognava interrogare, in forza della Nostra
autorità apostolica decretiamo e comandiamo quanto segue.
Vogliamo che i Comuni soprannominati con i loro
sacerdoti e fedeli tutti, sia di rito greco che di rito latino, con tutte le
parrocchie, chiese, oratori pubblici e semipubblici, le case religiose sia
maschili che femminili ivi esistenti siano posti sotto la potestà e la giurisdizione
del solo Vescovo di Piana dei Greci, cessando del tutto la
giurisdizione dell’Arcivescovo di Palermo sul Comune di Mezzojuso e quella dell’Arcivescovo
di Monreale sui Comuni di Contessa Entellina e di Palazzo Adriano. Di
conseguenza, pertanto, rendendosi vacanti le parrocchie di rito latino, il
vescovo di Piana dei Greci provveda a norma del diritto, cessando il privilegio
di presentazione e da parte dell’Ordinario di Monreale.
Vogliamo che la
presente Bolla abbia valore ora e nel
futuro, così che quanto viene decretato per mezzo di essa sia religiosamente
osservato dagli interessati ed entri perciò in vigore.
La validità
della medesima Bolla non potrà essere intaccata da altre prescrizioni contrarie, alle quali
tutte a mezzo della stessa deroghiamo.
Ordiniamo
pertanto che se qualcuno, qualunque sia l’autorità di cui è rivestito, dovesse
operare contro quanto abbiamo stabilito, sia scientemente che inscientemente,
il suo agire sia ritenuto senza effetto e senza valore.
A nessuno,
inoltre, è lecito alterare questi documenti della Nostra volontà, anzi agli
esemplari ed ai tratti di questa Bolla, sia stampati che manoscritti, che
portino il sigillo di persona costituita in dignità ecclesiastica e nello
stesso tempo sottoscritti da pubblico notaio, si dovrà la stessa fede che si
avrà per la presente, quanto verrà mostrata.
Se qualcuno
disprezzerà o comunque rifiuterà questi Nostri Decreti sappia che incorrerà
nelle pene stabilite dal diritto per coloro che non attuano gli ordini dei
Sommi Pontefici.
Dato in Roma,
presso S. Pietro, l’8 luglio dell’anno del Signore 1960, 2° del Nostro
Pontificato.
G. Card. Cicognani - Giacomo Luigi Copello (Cancelliere della S.
R. C.).>
Il
testo della Bolla é molto chiaro, ma non ha avuto ancora piena attuazione per
la chiesa di S. Maria del Bosco. Nei prossimi blog alcuni testi e documenti saranno
dedicati alle iniziative finora promosse
in sede civile ed in sede ecclesiastica,
per far conoscere sia l'appartenenza (proprietà della chiesa e dei locali
annessi) sia l'attuale giurisdizione ecclesiastica su S. Maria del Bosco.
(C. Raviotta - SMB 3 - continua)
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