Molto
brevemente vogliamo soffermarci sul rapporto della religione, quella Cristiana
in generale e quella Ortodossa specificatamente, nell'Europa Orientale.
Da quando
è crollato nell'Est europeo il comunismo in tutti i paesi (dalla Romania, alla
Bulgaria, alla Russia etc.) il Cristianesimo è tornato a rivivere non solo
nelle chiese, nelle famiglie e nelle coscienze cittadini ma pure nella vita
pubblica.
Appena un
anno fà abbiamo potuto ascoltare dal capo
del Cremlino, Vladimir Putin, "Se la Russia è diventata una grande potenza non è per uno zar, per una guerra o per un partito
politico: il merito, semmai, è del
cristianesimo".
Sappiamo tutti che i rapporti fra la Chiesa Ortodossa russa
ed il capo del Cremlino sono strettissimi. Così è in tutti i paese dell'Europa
dell'Est.
Qualcosa è cambiato invece nel paese che
"Ortodosso" lo è stato, finora, per antonomasia: la Grecia.
Nelle mani del capo dello Stato, oggi Karolos Papoulias,
tutti i capi di governo della Grecia prima monarchica e oggi repubblicana
hanno sempre giurato poggiando la mano sulla Bibbia mentre pronunciavano
la formula di rito mentre. Ieri Tsipras e tre ministri su undici hanno
giurato laicamente dinnanzi al Capo dello Stato, tutti gli altri hanno
giurato secondo il cerimoniale cristiano-ortodosso.
Abbiamo voluto segnalarlo, senza comunque voler esprimere
giudizi di valore.
Segno, in ogni caso, che anche nei paesi ortodossi si prende atto che il multiculturalismo e la libertà del sentire religioso va diventando una realtà.
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