L’inflazione, solo nell’ultimo anno in Italia ha mostrato un aumento del 7,8% (dati Istat aggiornati a giugno 2022 relativi ai prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati). Viene definita dai giornali la tassa silenziosa. Non si vede e non viene ufficializzata da nessuno, ma fa male ai risparmi delle famiglie che accantonano in vista di comprare una nuova automobile, una nuova casa, o altro ancora.
Il costo della vita che da gennaio 2021 a oggi è cresciuto senza soluzione di continuità, la liquidità lasciata infruttifera sui conti correnti piuttosto che diminuire è andata aumentando, e in due anni è salita di oltre il 12%, raggiungendo i 1.840,7 miliardi di euro (dati Abi a giugno 2022).
E' certamente un paradosso. La Banca centrale europea, al seguito della Fed (usa) ha iniziato ad alzare i tassi di interesse (0,50% nel meeting di luglio), che potrebbero (dovrebbero) favorire un ridimensionamento del processo inflazionistico; probabilmente, però l'inflazione al 2% resterà regola.
E' evidente che i soldi fermi, in attesa dell'acquisto della nuova automobile o della nuova casa, varranno via via sempre meno.
Le famiglie italiane sembrano più ricche rispetto a due anni fa di ben 205 miliardi (di tanto sono aumentati i risparmi). Ma è solo un inganno, il rovescio della medaglia mostra un’altra realtà. Se in conto si mette il tasso di inflazione, la ricchezza non è affatto aumentata. Anzi, rispetto ai 205 miliardi di nuovi depositi, per colpa della crescita dei prezzi sono andati «persi» 160,20 miliardi.
Di fatto il Paese è più povero.
Esempio: 10.000 euro tra 10 anni avranno un valore di 7.035 euro, ovvero il 30% circa in meno, mentre 50.000 euro diventeranno 35.173 euro.
Per tutelare, almeno in parte, i propri risparmi bisogna uscire dalla logica del «materasso» e trovare una valida alternativa al conto corrente, sugeriscono i testi di economia e pure i giornali.
Nessun commento:
Posta un commento