Il Rosatellum per le consultazioni nazionali
La legge elettorale per le consultazioni nazionali, detta Rosatellum, di per sé toglie agli elettori gran parte della scelta.
Su 600 parlamentari (tanti saranno questa volta, dopo il taglio voluto con referendum dal corpo elettorale) solo 147 deputati e 74 senatori verranno scelti nei collegi uninominali, dove si può mettere la croce su un nome invece che su una lista bloccata senza possibilità di preferenza.
Ma c’è una novità. I collegi uninominali contendibili, quelli in cui anche poche centinaia di voti «marginali» possono determinare il risultato, sono rimasti pochissimi. Accade perché la legge elettorale, costruita per un sistema bipolare, funziona ora in una competizione quadripolare. Da una parte c’è il centrodestra, dall’altra tre coalizioni, più altre liste di disturbo.
Conseguenza ovvia di questa situazione è che in una grandissima parte dei collegi, tra l’80% e il 90%, il centrodestra è in vantaggio ed il pronostico è facile da immaginare. Presentare un candidato locale noto, apprezzato, autorevole, capace di rappresentare il territorio, come dovrebbe essere nella logica del maggioritario non serve. Tanto si vince (o si perde) comunque.
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