Riciclare: cosa effettivamente significa?
Se mettiamo a confronto gli attuali stili di vita con quelli delle società preindustriali, o meglio per intendere più facilmente: se mettiamo a confronto il modo di vivere di noi contessioti del post-terremoto '68 con il modo di vivere nei decenni precedenti quel l'evento subito tutti comprendiamo che è avvenuto un cambiamento "radicale" nell'utilizzo dei materiali in genere e di quelli che oggi sono "rifiuti".
Nelle società prettamente agricole tradizionali (quelle non ancora eccessivamente meccanizzate) la quasi totalità dei rifiuti prodotti dall'attività umana si riciclava secondo processi naturali e spontanei, senza interventi di alta ingegneria e consulenze. Le attività umane ovviamente allora come oggi alteravano i cicli della natura, ma quelle attività umane erano parte dei "cicli".
Leggendo quanto riportano i giornali sul trattamento dei rifiuti in Sicilia viene da mettersi le mani sui capelli.
Prescindendo dagli aspetti scandalistici, comunque, anche in Sicilia una parte dei rifiuti viene riutilizzata e trasformata in risorse utili -per ulteriori processi produttivi o assimilata- senza difficoltà dall'ambiente naturale.
I problemi di tutte le società avanzate stanno però nel modello di utilizzo delle risorse "non rinnovabili" che una volta utilizzate, si disperdono dall'uso lineare dei materiali. Quando nel linguaggio sempre più ricorrente ai nostri giorni si parla di "sostenibilità" si vuole puntare ad una "inversione" di questa negativa evoluzione in vista quindi di creare una economia basata sulle "energie rinnovabili" e far si che i "cicli" di tutti i beni si chiudano con la "trasformazione" in nuove risorse.
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