Il Novecento
Con il termine secolo si è soliti intendere qualcosa di diverso dal periodo storico di cento anni, da una centuria per adottare il termine dei dotti del XVI secolo. Con esso noi intendiamo riferirci ad un arco di tempo che ha una sua continuità, una sua compattezza e una sua identità. In questo senso Voltaire parlava di "secolo di Leone X" o di "secolo di Luigi XIV" e in questo stesso senso noi parliamo di "secolo dei Lumi". I problemi sorgono però quando ci sforziamo di individuare questa identità. Se leggiamo per esempio la serie di giudizi sul nostro secolo da parte di personaggi illustri della cultura e della scienza con cui si apre la recente sintesi di Eric Hobsbawm, non avremo difficoltà a constatare la loro discordanza, se non contraddittorietà. Se Isaiah Berlin ricorda "il ventesimo secolo soltanto come il più terribile della storia occidentale", per il premio Nobel della fisica Severo Ochoa esso è contrassegnato dallo "straordinario progresso scientifico". E se per René Dumont "il Novecento è stato solo un secolo di massacri e di guerre", per Rita Levi Montalcini esso è "il secolo dell'emergere del Quarto Stato" e dell'emancipazione della donna. Se in questi giudizi generali e necessariamente generici passiamo a quelli degli addetti ai lavori, le disparità rimangono. Ce lo attestano, sin dai loro titoli, due delle più recenti sintesi della storia del nostro secolo. Per l'autore di una di esse, Giovanni Arrighi, il XX secolo è un secolo "lungo", in quanto corrisponde all'ultimo -quello americano- dei "cicli sistemici di accumulazione" in cui a suo giudizio si articola la storia della civiltà moderna intesa a sua volta come storia del capitalismo. A suo giudizio tale ciclo avrebbe avuto inizio nei decenni della Grande depressione del secolo scorso (1873-1896) , si prolungherebbe per tutto il XX secolo e non si sarebbe ancora concluso. Per Eric Hobsbawm, che adotta un criterio di periodizzazione essenzialmente legato alla storia politica, il nostro secolo è invece un "secolo breve", i cui limiti cronologici coincidono "virtualmente" con quelli della "durata dello Stato nato dalla rivoluzione d'Ottobre". E' evidente che queste diverse periodizzazioni sottendono una diversità di approcci metodologici e di interpretazioni, nel merito dei quali non ci è possibile entrare. Limitiamoci perciò a constatarne la diversità.
Giuliano Procacci
Storico
1928 - 2008
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