L'uomo e la natura:
Dalla rivoluzione "neolitica" alla rivoluzione "industriale"
Gli storici evidenziano che l'umanità ha avuto con la natura rapporti quasi sempre contrastanti, tuttavia due eventi, definiti "rivoluzionari", sono stati però particolarmente incisivi: 1) La rivoluzione Neolitica (ossia l'introduzione dell'agricoltura e l'addomesticamento di alcune specie animali) 2) La rivoluzione industriale (ossia l'utilizzo consistente dei combustibili fossili).
Prima dell'introduzione dell'Agricoltura, gli esseri umani all'interno dell'ecosistema svolgevano lo stesso ruolo degli altri animali attraverso la caccia e la raccolta da ciò che, appunto, l'ecosistema offriva (e produceva spontaneamente).
E' stata la grande capacità di adattamento a diversi "ecosistemi", di gran lunga superiore a quella di altri "animali", che ha consentito all'u-o-m-o di distanziarsi dal resto "vitale" della Terra, oltre al fatto che possedeva una "natura onnivora" che gli ha consentito di consumare sia frutti di piante che carni di animali.
Fu l'introduzione dell'Agricoltura (e l'addomesticamento di alcune specie animali) tuttavia ad imprimere la svolta decisiva verso l'umanità e ad innescare una più elevata pressione demografica.
L'altra rivoluzione che avviò nel più lungo termine un certo grado di maggior benessere fu la "Rivoluzione industriale", ossia il massiccio uso di combustibili fossili (carbone... petrolio... gas naturale). La grande disponibilità di "energia" (accumulatasi attraverso milioni di anni di processi geologici) aprì all'umanità possibilità inimmaginabili prima che si pervenisse allo sfruttamento delle fonti energetiche. Un dato del 2010 ci fa sapere che in quell'anno, ogni giorno, nel mondo si consumarono 90 milioni di barili di petrolio (=litri 159 ciascuno).
Ai fini del discorso che dobbiamo ancora sviluppare sul rapporto Economia/Ecosistema dobbiamo registrare che la "Rivoluzione Industriale" rappresenta l'inizio del passaggio delle società umane dall'utilizzo delle energie rinnovabili (solare, eolica, forza animale e biomassa, e idrica -e qui non possiamo non ricordare come gli arbëreshe per almeno tre/quattro secoli dal loro insediamento in Kuntisa fruirono, anche, della forza idrica che attivava i mulini di Bagnitelle-) al travolgente affermarsi delle energie non rinnovabili (ossia combustibili fossili ... e -adesso- uranio nelle centrali nucleari).
La stessa agricoltura dei nostri giorni usa combustibili fossili (fertilizzanti, pesticidi, refrigeratori e carburanti ) fino a far scrivere a più scrittori che l'agricoltura contemporanea offre da "mangiare petrolio".
(Segue)
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