L'intolleranza religiosa:
La Riforma Protestante
La vera linea di demarcazione tra Medio Evo e modernità, se nei Balcani è stata il crollo di Costantinopoli (1453) che passò in mano ai turchi, nella parte occidentale dell'Europa fu la Riforma Protestante che ruppe l'unità cristiana e consentì il sorgere di nuove e distinte confessioni (luteranesimo, calvinismo, anglicanesimo). Qui, nella parte occidentale del vecchio continente, un frate dell'ordine mendicante, agostiniano e professore di teologia biblica, nel 1517, affisse alla porta della Chiesa del castello di Wittenberg, secondo l'uso accademico, 95 tesi da discutere.
Al momento si trattò di un fatto di ordinaria prassi accademica e non suscitò alcun effetto dirompente. All'epoca erano tanti i componenti del clero che con veemenza esigevano una "riforma" della Chiesa (p.e. Girolamo Savonarola, a Firenze) istituzione che -davvero- non costituiva per nulla fonte di fratellanza e solidarietà fra gli uomini. Lutero venne a trovarsi nel bel mezzo di un clima generale di ambienti interni e no della Chiesa che ne esigevano una trasformazione alla radice. Egli seppe portare alle estreme conseguenze le tendenze riformatrici; prese di petto il sistema penitenziale della Chiesa romana sulle indulgenze asserendo che l'uomo si salva solo per mezzo della fede in Dio. Egli abbatte in buona sostanza il sistema e il legame millenario "fedele-Chiesa-Dio" attraverso una serie di concause, probabilmente non tutte da lui immaginate, che implicò alla fine la rottura del legame Chiesa-fedele. Le sue idee si diffusero rapidamente nel Nord Europa sul presupposto che l'uomo giusto si salva solo per mezzo della Fede in Dio.
Il successo conseguito dai presupposti di Lutero furono calcati da altri riformatori religiosi del Nord Europa che, comunque, impostarono principi analoghi e pure diversi dai suoi.
Nessun commento:
Posta un commento