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domenica 10 novembre 2019

Meridione e Investimenti. Ciò che rischia la Puglia

CONOSCERE E CAPIRE
Quanto abbiamo colto dalla lettura del
Corriere della Sera

ArcelorMittal gestisce da poco più di un anno, previo partecipazione ad una gara per l'aggiudicazione, gli impianti ex Ilva di Taranto e Novi Ligure.
L'appiglio per rompere il contratto è stato un emendamento ai provvedimenti concessori dei mesi scorsi (voluto dal M5S) con cui lo Stato ha tolto lo scudo legale (una sorta di immunità connessa alla vetustà degli impianti che potrebbero inquinare l'ambiente, se non si dovesse rispettare la tempistica del piano di risanamento).

Il governo, almeno la parte pd -sensibile ai livelli occupazionali-, si è detto disponibile a reintrodurre l'immunità penale (ossia le tutele legali per le operazioni di riconversione ambientale. Quelle cancellate dal Senato per decisione M5S). Ma pare che il gruppo industriale non si senta comunque in condizione di poter mantenere i gravosi impegni nè di mantenere la tempistica del "piano industriale".
Il cavillo giuridico di rescissione, comunque, è scattato nel momento in cui il governo ha -appunto- cancellato il c.d. "scudo penale".

precedenti
Lo scorso anno ArcelorMittal ha partecipato alla gara di aggiudicazione proponendo una offerta più consistente del secondo concorrente (la cordata della Cassa Depositi e Prestiti + Leonardo De Vecchi).
Dallo smantellamento negli anni '90 del Novecento delle "partecipazioni statali" il complesso Ilva è stato gestito per parecchi anni dalla famiglia Riva.
Adesso qualche parlamentare pd propone la "nazionalizzazione" del grande complesso ora entrato in grave crisi.

crisi ?
1) Organico in eccesso
I dipendenti sono poco meno di 11mila. Con l'accordo dello scorso anno altri 3.100 sono passati all'amministrazione straordinaria e in cassa integrazione (con l'impegno di essere re-immessi in attività entro il 2023).
2) crisi dell'acciaio e condizioni ambientali
Fino a quando non saranno adempiute le prescrizioni del "piano ambientale" (entro il 2023) ArcelorMittal è autorizzata a produrre sei tonnellate di acciaio.

Il problema
L'alto forno 2 e quello 4 (questo sotto disposizioni della magistratura per le emissioni ambientali) procedono con potenziale ridotto. Da qui il dichiarato esubero di cinquemila unità lavorative.

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