Senza alcun criterio/scelta scientifico/statistica abbiamo deciso di seguire per qualche tempo l'andamento demografico di due comuni dell'area del corleonese/Sicani: Contessa e Giuliana.
Entrambi -per la verità- presentano andamenti più o meno sovrapponibili. La differenza più immediatamente ed evidente è però che il vicino comune di Giuliana, contrariamente a quanto accaduto a Contessa, non ha conosciuto lo spopolamento della seconda metà dell'Ottocento.
Da noi, a Contessa, con l'unità d'Italia a cui contribuirono alcune centinaia di concittadini alla guida degli esponenti della locale famiglia Vaccaro, apparve evidente subito che l'epopea garibaldina sul piano socio-economico non avrebbe comportato alcun cambiamento; ed infatti subito (ma mantenendo le famiglie e le donne ancora in paese) e dopo appena tre decenni, quando si assistette alle agitazioni/rivendicazioni di marchio socialista dei fasci dei lavoratori, si ebbero consistenti flussi migratori in direzione di New Orleans.
La vicenda migratoria della seconda metà dell'Ottocento non è -come sopra riportato- quasi per nulla leggibile su Giuliana.
D'altronde a Contessa le condizioni sociali erano al 95% legate al latifondo, mentre a Giuliana l'assetto agricolo/terriero era piuttosto frammentato, sebbene pure esso inadeguato al vivere umano, tanto è che i latifondi di Contessa impiegavano abbondantemente gente di lì e non solamente di lì
Ciò che ancora cogliamo chiaramente è che in periodo repubblicano, nonostante la riforma agraria e nonostante la riforme dello "stato sociale" (pensioni, assistenzialismo alla democristiana, assunzioni massicce nella pubblica amministrazione etc.) l'andamento migratorio fra Contessa e Giuliana presenta un andamento sovrapponibile. L'esodo che continua fino ai nostri giorni è sovrapponibile.
Oggi, ai nostri giorni, non sono più le condizioni umane del latifondo, nè quelle di un'agricoltura che nonostante tante (molte) innovazioni, a cominciare dal sopraggiungere del vigneto avanzato resta complessivamente ancora arretrata, a determinare l'esodo.
Adesso le vere ragioni della desertificazione dell'isola sono legate all'inconcludenza della classe politica, composta da gente di scarsa cultura e convinta che col clientelismo possa continuarsi a vivacchiare -come ai tempi andati-.
Promesse e chiacchiere ormai non convincono più nessuno.
L'attuale classe politica non conosce nulla del quadro attuale dell'Occidente. Nulla ha capito su come usare, impiegare i fondi europei, uniche risorse fruibili dal momento che dallo Stato, da Roma arrivano solamente montagne di debiti che si sovrappongono a debiti. Debiti che nessuno ormai sa più come ripianare.
Perchè ci stupiamo ?
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