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sabato 23 novembre 2019

22 Novembre

 Non chiedete cosa possa fare il paese per voi: 
chiedete cosa potete fare voi per il paese.
John Fitzgerald Kennedy

A Dallas il 22 Novembre 1963 il presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, viene assassinato.
Era stato eletto l'8 novembre 1960 con un minimo scarto di voti popolari (poche centinaia di migliaia), ma con larga maggioranza dei voti elettorali. 
Si era insediato il 20 gennaio 1961, con L.B. Johnson come vicepresidente. Sul terreno economico adottò una serie di misure, quali: aumento dei sussidî ai disoccupati, delle pensioni di assicurazioni sociali, del salario minimo a 1 dollaro e 25 cent l'ora; aumento delle spese per la viabilità, ospedali, scuole, ecc., e per l'esplorazione dello spazio; contributi federali per la ricerca scientifica e per i comuni, mutui a interesse di favore per le abitazioni; aumento sino a 50 miliardi per il 1963 del bilancio della difesa, con conseguenti ordinazioni alle industrie. 
 In politica estera Kennedy intendeva avviare un dialogo, partendo da posizioni di forza, con l'URSS, per giungere a una distensione internazionale, senza tuttavia trascurare, grazie anche agli aiuti all'estero, di proseguire la politica di "contenimento" rispetto al comunismo. Il problema di Cuba si fece sentire subito, a tre mesi dall'insediamento: quando il 17 aprile 1961 un migliaio di esuli cubani, addestrati e organizzati negli S.U.A. a cura della CIA sbarcarono alla Baia dei Porci, a Cuba, e l'insurrezione fallì: Kennedy allora si assunse la responsabilità dell'impresa che nel momento critico fu abbandonata. Questo episodio suscitò l'intransigenza sovietica, per fronteggiare la quale, vista l'impossibilità di un accordo sulle questioni di fondo, non poté non ritornare alla vecchia formula dell'equilibrio fra le potenze, puntando alla superiorità americana negli armamenti, e quindi nell'industria. 
Nel 1962 l'installazione di missili a Cuba da parte dei sovietici trovò K. pronto alle misure estreme: l'URSS si indusse a ritirare le postazioni missilisitiche dall'isola (ottobre 1962), con conseguente certa distensione c per tutto il 1963. Per contrastare l'espansione comunista nell'Asia sud-orientale, applicò la pratica del "contenimento": difese la Cina nazionalista e la Corea del Sud; inviò truppe nel Vietnam del Sud per addestrare quelle locali impegnate contro i guerriglieri vietcong. Nell'America Latina, considerata  "la zona più critica del mondo", per fronteggiare sia la reazione dei militari sia il castrismo, creò, a Punta del Este, la cosiddetta Alleanza per il Progresso (agosto 1961), con la quale gli S.U.A. s'impegnavano a investire in 10 anni 20 miliardi di dollari per lo sviluppo economico dell'America Latina. In politica interna, alle dimostrazioni sempre più numerose contro le discriminazioni si opposero brutali interventi polizieschi, di singoli e di società segregazioniste, con episodî di violenza che lo indussero nel giugno 1963 a presentare al Congresso una legge molto complessa per garantire il diritto di voto ai Negri e assicurare ad essi la parità coi Bianchi nei servizî pubblici e privati. In quest'atmosfera di violenza e intransigenza razzista maturò l'assassinio di Kennedy avvenuto il 22 novembre 1963 in circostanze mai del tutto chiarite.  (Spunti tratti dalla Treccani)

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