Documentazione e spunti ripresi dagli
atti di un Convegno svoltosi a San Marzano nel giugno 1988
Il nostro futuro, quello della Comunità in via di desertificazione di Contessa Entellina, sarà conseguenza diretta della nostra capacità che abbiamo -forse- ancora oggi di saper rileggere il passato della nostra peculiarità arbëreshe e provare a rivitalizzarlo in quanto potenziale fonte di fertilità intellettuale, di creatività culturale e di crescita sociale e pure economiica, oppure dobbiamo rassegnarci -prima o dopo- a divenire aggregato delle prevedibili municipalità territoriali aggreganti delle realtà divenute minuscole sotto la voce "numero dei residenti".
Se non si sa cogliere questo potenziale che ancora è recuperabile, assieme a tanti altri aspetti di vita locale che ancora resistono e che sono ancora rivitalizabili, il nostro paese -dove la gran parte delle strade sono letteralmente deserte e completamente disabitate- in tempi non lontanissimi diventerà frazione di municipalità aggregatrici.
E non ci saranno politici che sapranno trovarci le vie di uscita.
Si tratterebbe di costruire progettualità di sviluppo culturale, pensando alla cultura come vera e propria risorsa produttiva, in una società, come oggi è di moda affermare, post-rurale e addirittura post-industriale.
Chi può essere il protagonista di tale progettualità se non l'Ente Locale, il Comune soprattutto?
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Da
una ampia e dotta relazione datata alcuni decenni fa (giugno 1988),
svolta dell'antropologo
dell'Università della Calabria
prof. Mario Bolognari
estrapoliamo la vicenda migratoria degli arbëreshe contessioti
in Louisiania
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Nel 1886, a New Orleans fu fondata la Contessa Entellina Society, la Società italiana di beneficienza più antica della città della Louisiana. Essa fu il centro di assistenza e mutuo soccorso degli Arbereshe che arrivavano a migliaia dalla Sicilia, attraverso una catena migratoria che trasferì da Contessa Entellina a New Orleans
un numero altissimo di emigrati, tanto che negli anni Venti si contavano, tra prima e seconda generazione, circa 20.000 Arbereshe.
Fin dai primi decenni la comunità entellinese fu forte, grazie alla consistenza numerica dei siciliani all'interno della comunità italiana. Gli eutellinesi acquisirono preminenza economica, avviando affari commerciali in proprio e rafforzando lo spirito di gruppo che consentiva l'aggregazione di parenti o compaesani per la gestione di importanti mercati, sia all'ingrosso, sia al dettaglio. Non è un caso che alcuni entellinesi furono coinvolti nel triste e famoso linciaggio del 1892, episodio di premeditata vendetta generata da una montatura che àveva come scopo il ridimensionamento del potere siciliano nel mercato del pesce e in altre importanti sfere economiche e commerciali.
Questa comunità, molto estesa e influente, non aveva, almeno agli inizi, ben chiari i confini della propria identità (siciliana, ma non siciliana) e, di fatto, l'interesse della prima e seconda generazione fu quello di raggiungere una rapida e indolore integrazione. Dimenticare la lingua arbereshe, quindi, e anche le proprie origini geografiche e culturali. Soltanto negli ultimi dieci anni si è registrato un risveglio dell'interesse sia dei vecchi sia dei giovani per le origini: sono tornate a crescere le iscrizioni alla Society, qualcuno vuole imparare a leggere e scrivere l'arbereshe, la festa della Madonna della Favara è tornata grande.
Quello che sta avvenendo a New Orleans è interessante, perché la Society, che aveva svolto una funzione di integrazione e socializzazione, ora diventa un riferimento obbligato per i processi di identificazione (la lingua, la festa, la storia).
Un fenomeno simile a quello che abbiamo visto per Milano nel quartiere di vecchio insediamento. Ma, in questo caso, è stata fatta un'interessante operazione. La Contessa Entellina Society era riservata, fin dalla sua fondazione, ai soli maschi discendenti in linea paterna da immigrati da Contessa Entellina ed escludeva, quindi, non solo le donne, ma anche i maschi figli di madri entellinesi. Questa convenzione, forse importante cento anni fa, oggi non costituirebbe alcun aiuto alla formazione di un'identità comunitaria, anzi ne minerebbe alla base il sorgere. E così, da qualche anno, è stata abolita quella anacronistica norma e la Society è divenuta un efficar;e strumento di riconoscimento del gruppo.
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