Dinnanzi a noi c’è un anno ancora per ricordare (non scrivo celebrare in
quanto il Blog è, ed intende restare, uno strumento privato) il cinquecentesimo
anno dall’istituzione ufficiale del nostro centro abitato, Contessa Entellina.
Cinquecento anni preceduti da almeno altri cinquanta di trattative,
discussioni, servizi e vicende umane fra
gli esponenti più in vista della comunità arbereshe e i rappresentanti della
Signoria locale, quella dei Cardona, la cui sede di residenza principale stava
fra Sciacca e Caltabellotta, e in più circostanze pure a Messina quando gli
Aragonesi le affidavano il ruolo di vice-re di Sicilia.
Il Castello Peralta di Burgio nel corso dei secoli XIV - XIX appartenne ai Peralta, successivamente ai Cardona, ai Gioeni e infine ai Colonna. |
Oggi come oggi pare non sia facilissimo reperire carteggi che possano illuminare
tutta la fase storica che ha visto gli arberesce approdare dalla Calabria a
Messina e poi da quella città fino a raggiungere i domini dei Cardona, sopratutto quelli a
ridosso dell’Abazia di Santa Maria del Bosco.
Una cosa è però certa, sulla base di quanto abbiamo potuto appurare da
certe carte e da certi giochi politici dell’epoca. I Cardona avevano “fretta” a
creare una “Università”, ossia una comunità legalmente riconosciuta come “Stato
feudale”, nell’area del feudo Serradamo-Kuntissa, allora nella sfera
giurisdizionale del Castello di Calatamauro, e quindi di pertinenza, appunto, dei Cardona. La Corte regia spingeva perché i
baroni dell’area dei Sicani, compresi i Cardona, l’Arcivescovato di Monreale ed altri ancora,
cedessero alcuni feudi a quella che stava diventando una delle Abazie più
influenti e potenti di Sicilia, Santa Maria del Bosco.
La Monarchia aveva già ottenuto che tutti i feudi sotto il controllo
del Castello di Batellaro passassero sotto la giurisdizione di Santa Maria
piuttosto che al potente Arcivescovato di Monreale, sotto il cui dominio era,
fra moltissimi altri dell'area dei Sicani, lo “Stato di Bisacquino”.
Quanto da noi qui riferito è supportato da più elementi (o indizzi) ma necessita ovviamente che ulteriori documenti vengano ancora cercati, studiati e convalidati. L’augurio è che quest’anno che
ci separa dalla ricorrenza della concessione dei “capitoli” istitutivi della Comunità ufficiale contessiota da parte dei Cardona possa essere anche quello di una definitiva certificazione della “tesi” sopra tratteggiata.
Sarebbe la prova che anche in età feudale la Politica, compresi i suoi giochi e i tiri mancini, era in auge.
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