PER UNA SOCIETA' PARTECIPATA
Quando esistevano i partiti l'identità democratica era fondata sulle rispettive piattaforme culturali. Quello dei "partiti popolari" sembrava essere un "territorio" in cui muoversi da cittadino consapevole dello spazio di libertà nostro e pure altrui.
Oggi la politica si è ristretta nei palazzi e si è auto-limitata agli addetti ai lavori. La gente di contro mostra fastidio nei confronti dei politici.
Pare si sia affermato nella società un atteggiamento "politico" di rinuncia e di ripiego e che tutto ciò stia avvenendo contemporaneamente all'incapacità -purtroppo diffusa- di saper difendere e far valere i "valori" ed i "principi" della "società democratica", che ci appartiene e di cui potremmo accorgerci che ci viene sottratta, contratta e limitata quando, purtroppo, potrebbe venirci meno.
Non per nulla, noi italiani, rispetto al resto degli occidentali leggiamo pochissimo i giornali, che altro non sono che uno "strumento di cittadinanza". Attraverso essi possiamo conoscere, informarci, far nascere -appunto- la "cittadinanza" che deve imporci di prendere parte alla vicenda pubblica, con coscienza e con consapevolezza.
Nel nostro paese i "giornali" sono di vari orientamento e ciascuno può scegliere quelli più vicini alla propria sensibilità. Essi raccontano la realtà che ci sta attorno, la interpretano e la espongono pure nelle sue contraddizioni.
Molti giornali sono in crisi perchè sempre meno italiani li leggono.
Forse sarebbe buona cosa se distraessimo un poco di attenzione dalla tv e la dedicassimo ai giornali. Ciascuno secondo la propria sensibilità politica e culturale scelga il giornale che gli piace.
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