Il 26 Novembre 1956 fra Italia
ed Usa viene stipulato un accordo "riservato" per creare una rete di
spionaggio segreto/clandestino finalizzato a controllare i rapporti fra il
partito comunista italiano e l'Unione Sovietica. Allora era forte il sospetto
che quel partito potesse agevolare le intenzioni espansionistiche dell'Urss.
Il rapporto fra i comunisti italiani e l'Urss fu in effetti caratterizzato per alcuni decenni da un fortissimo condizionamento comunque allentatosi solamente sul finire degli anni settanta e all'inizio degli anni
'80 del Novecento.
Nella costituzione del PCI negli anni venti del Novecento
l'influenza sovietica fu molto
forte, anzi determinante nel produrre l'indebolimento democratico del Partito Socialista che era allora guidato
prevalentemente dall'ala riformista.
I gruppi e i militanti che aderirono al
pci non furono comunque nel corso del Novecento sempre dei meri “imitatori” di una esperienza
straniera. La frazione originaria si era formata in Italia durante la prima guerra
mondiale all'estrema sinistra del Partito Socialista e possedeva un
proprio profilo culturale e politico in parte autonomo e diverso da quanto i bolscevichi
avevano instaurato in Russia, soprattutto durante la fase violenta del leninismo e
soprattutto dello stalinismo.
Sicuramente il profilo culturale/politico di Antonio Gramsci, uomo di punta dei torinesi raccolti attorno alla rivista "Ordine Nuovo", non era per nulla avvicinabile ai Bordiga o ai Togliatti.
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