La sentenza sulle pensioni della Consulta va rispettata, purtroppo per i
conti pubblici, e non si possono fare differenze in base al reddito.
ANDREA FAVARO, docente
In fondo, Civati non c'entrava nulla col PD: tiene troppo alle proprie idee. E nel PD neppure sanno cosa sono, le idee.
MAURO DEL BUE, direttore di Avanti !
È pericoloso scrivere sull’Avanti che semmai Renzi ricorda
Craxi, non tanto come personalità o come coerenza socialista, ma come contenuti
dell’azione politica, come capacità decisionista. Il Craxi della scala mobile,
il Craxi del liberalsocialismo, quello sempre espulso dalla sinistra ufficiale,
quello che aveva cambiato “geneticamente” il Psi. Certo gli manca
l’autorevolezza dello statista a livello internazionale, la capacità di dir di
no ai grandi. Attenzione, perché qui sta semmai la diversità tra i due. Craxi
sfidava tutti i poteri forti a livello economico, politico, di stati. Si era
messo contro la Fiat e il partito di Repubblica, contro Pci e Dc, contro l’Urss
coi missili a Comiso e contro gli Usa con Sigonella. Renzi no, flirta coi
poteri forti e se ne compiace.
Craxi era garibaldino, Renzi più cavouriano. Forse anche per
questo il primo ci rimise le penne e il secondo durerà. Anche se Renzi sfida i
sindacati come Craxi e proprio sul tema dell’innovazione. Ma Craxi dialogava
con loro e sulla scala mobile cercò fino all’ultimo di evitare il referendum,
convincendo anche Lama, poi “convinto” politicamente da Berlinguer. Renzi si
pavoneggia della sua indisponibilità. Craxi amava la storia e apprezzava gli
anziani (anche i comunisti, da Pajetta a Cossutta) ai quali mai mancava di
rispetto, mentre Renzi ama la rottamazione e li paragona ad auto usate da
gettare al macero.
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