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mercoledì 13 maggio 2015

Hanno detto ... ...

OSCAR GIANNINO, giornalista
Prima di tutto, ricordare: occupati dicembre 2014 numero 22.306.000, occupati 31 marzo 2015 n. 22.195.000, cioè -111.000.
Poi fate voi.

SABINO CASSESE, costituzionalista
La sentenza della Corte costituzionale sulla rivalutazione monetaria delle pensioni sta suscitando molte critiche. La difendono solo i sindacati (ma questi fanno il loro mestiere, essendo ormai associazioni di pensionati) e le parti politiche che sperano in una buccia di banana per il governo. 
Mi paiono fuori centro le critiche di sconfinamento della Corte, con conseguente svuotamento dei poteri del Parlamento. Il compito della Corte è, infatti, proprio quello di assicurare che le leggi siano conformi alla Costituzione, annullandole quando non la rispettano. Gli autori di questa critica vorrebbero fare a meno del garante della Costituzione, facendo così un salto indietro di duecento anni nella storia del costituzionalismo.

Più ragionevoli le critiche al modo in cui ha proceduto la Corte in questo caso. La decisione presa ha implicazioni molto gravi per il bilancio dello Stato. La Corte, in un passato abbastanza lontano, si era dotata di uffici che valutavano le conseguenze finanziarie delle sue decisioni. Riteneva, quindi, di dover svolgere il suo ruolo di tutore della Costituzione bilanciando la tutela dei diritti con quella dell’equilibrio finanziario, da cui anche discendono diritti. In passato, più volte ha atteso e rinviato, aiutando contemporaneamente Parlamenti e governi a definire e tutelare i diritti dei cittadini, ma senza provocare buchi nel bilancio. Solo due mesi fa, la Corte ha adottato una importante sentenza con effetti solo per il futuro, perché altrimenti «si determinerebbe una grave violazione dell’equilibrio di bilancio ai sensi dell’art. 81 della Costituzione».

GUIDO MAGNISI, legale della famiglia di Marc Biagi
“La prescrizione consentirà agli indagati di non confrontarsi con la giustizia e con la realtà dei fatti. Mi limito a fare mia la considerazione della famiglia Biagi: per citare Carl Gustav Jung, agli stessi soggetti coinvolti resta il doloroso e sofferente confrontarsi con le proprie coscienze”

ENRICO BUEMI, senatore socialista
In merito alla prescrizione Scajola-De Gennaro
I tempi dei processi sono eccezionalmente lunghi, evidentemente l’uso delle tempistiche delle varie fasi processuali diventa fondamentale per determinare conclusioni processuali più o meno favorevoli agli imputati. Non avendo visionato gli atti del processo in questione non esprimo alcun giudizio, resta però indubbio che per alcuni imputati eccellenti i tempi – per ragioni politiche – diventino brevi e – in altri casi – si dilatino molto. Un Paese civile dovrebbe più che allungarli, ridurre i tempi del processo per accertare innocenza o colpevolezza. Nello stesso tempo dovrebbe quanto meno garantire uguale trattamento per tutti.

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