Il partito della nazione, il sindacato unico, che sgradevole
sensazione. Il pluralismo non è la malattia ma il nutrimento della democrazia.
«In un’unione monetaria non puoi permetterti di avere grandi e crescenti
divergenze strutturali. Tendono a diventare problemi esplosivi e minacciano
l’esistenza della moneta unica. E la Banca centrale europea è il guardiano
della valuta».
MARIA FALCONE, sorella del giudice assassinato dalla Mafia il 23.05.1992
«Solo insieme, costituendo una forza comune si vince la guerra contro la mafia»
«Solo insieme, costituendo una forza comune si vince la guerra contro la mafia»
SERGIO MATTARELLA, presidente della Repubblica
«Le immagini dell'attentato di Capaci resteranno per sempre impresse nei nostri occhi, come nel primo momento, così come quelle, altrettanto sconvolgenti, di via D'Amelio. Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l'umana convivenza».
«Falcone sapeva bene - aggiunge il Capo dello Stato - che la repressione penale era indispensabile e che doveva essere molto più efficace e adeguata, per riaffermare il primato dello Stato. Dalle sue idee sono venute nuove risposte legislative e nuovi metodi di indagine. Sono nate le Direzioni distrettuali antimafia e la Procura nazionale antimafia. Sono state elaborate nuove discipline, riguardo la ricerca e la tutela delle fonti di prova, le misure cautelari, le intercettazioni ambientali e telefoniche». E ancora: «Per battere il cancro mafioso bisogna affermare la cultura della Costituzione, cioè del rispetto delle regole, sempre e dovunque, a partire dal nostro agire quotidiano».
ROSARIO CROCETTA, presidente Regione Sicilia
«Le immagini dell'attentato di Capaci resteranno per sempre impresse nei nostri occhi, come nel primo momento, così come quelle, altrettanto sconvolgenti, di via D'Amelio. Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l'umana convivenza».
«Falcone sapeva bene - aggiunge il Capo dello Stato - che la repressione penale era indispensabile e che doveva essere molto più efficace e adeguata, per riaffermare il primato dello Stato. Dalle sue idee sono venute nuove risposte legislative e nuovi metodi di indagine. Sono nate le Direzioni distrettuali antimafia e la Procura nazionale antimafia. Sono state elaborate nuove discipline, riguardo la ricerca e la tutela delle fonti di prova, le misure cautelari, le intercettazioni ambientali e telefoniche». E ancora: «Per battere il cancro mafioso bisogna affermare la cultura della Costituzione, cioè del rispetto delle regole, sempre e dovunque, a partire dal nostro agire quotidiano».
ROSARIO CROCETTA, presidente Regione Sicilia
«Vanno bene gli arresti, le misure repressive e le inchieste. Ma per una
efficace lotta di prevenzione alla mafia occorre rimuovere i problemi sociali
nelle aree periferiche delle grandi città»
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