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domenica 24 maggio 2015

Personaggi contessioti di ieri e di oggi, noti e meno noti (V) ... ... di Calgero Raviotta

Nicolò Chetta, sacerdote, storico, poeta e scrittore (Parte III)

Oltre ai due testi recentemente dedicati a Nicolò Chetta (Parte I e Parte II), "ilcontessioto" ha già dedicato all'illustre concittadino altri spazi in passato (blog del 15, 18 e 21 dicembre 2014). Col presente testo (parte III), si conclude la presentazione del personaggio ricordando due fatti di cronaca (recita dei ragazzi delle scuole di Contessa del 2004 e contrasti tra clero greco e latino per la festa dell'otto settembre del 1771) e rilevando le differenze che emergono nel noto sonetto autobiografico mettendo a confronto il testo pubblicato da due illustri studiosi arbëreshë.

Tavola rotonda dei ragazzi della scuola di Contessa su Nicolò Chetta
Presso l’aula consiliare del Comune di Contessa Entellina, lunedì 26 aprile 2004 alle ore 18,30, non erano seduti gli amministratori comunali, ma i ragazzi delle scuole di Contessa, che hanno organizzato una TAVOLA ROTONDA su NICOLO’ CHETTA nell’ambito della celebrazione del bicentenario della morte dell’illustre concittadino.
I relatori - alunni - studenti Rosalinda Guzzardo, Stefania Li Crasti, Rossella Lo Jacono, Rosa Maria Lala, Angelica Cuccia e Gianna Ferrara della scuola media ed Eleonora Lala della scuola elementare, coordinati dal moderatore Mauro Lo Cascio (scuola media) hanno fatto conoscere, nel corso del vivace dibattito, cui hanno assistito parecchi adulti,  sia la personalità  di Nicolò Chetta  (vita ed opere) sia parecchi aspetti della storia di Contessa e delle altre comunità siculo-albanesi, secondo la descrizione dello stesso Nicolò Chetta (1741-1803) - sacerdote, educatore, teologo, poeta, scrittore e storico -  riportata nella sua opera “Tesoro di notizie su de’ Macedoni”.

I ragazzi hanno presentato l'episodio particolare del contrasto sorto in occasione della festa della Madonna della Favara, l'otto settembre 1771, secondo quanto viene esposto in un manoscritto, attribuito a Nicolò Chetta, conservato nell'archivio della parrocchia greca di Contessa, che porta il titolo " Fatti Storico-canonico-giuridici in difesa delle proprietà e dei diritti del parroco e clero greco della terra di Contessa contro le pretensioni ed usurpazioni del coabitante clero latino fatta secondo la consulta dei migliori lumi della capitale di questo regno nel 1771"
La preparazione dell'iniziativa (scelta dei testi, adattamento dei dialoghi, costumi, ecc.) sono stati curati dalla prof.ssa Mimma Guzzardo, con la preziosa collaborazione delle insegnanti dei ragazzi, impegnati nella tavola rotonda e nella recitazione.
Ai lettori che vogliono conoscere il testo del manoscritto citato, si ricorda che è stato integralmente pubblicato in due blog nel 2014 (18 e 21 dicembre).

Nota - Per dovere di cronaca la recita dei ragazzi, molto apprezzata dai cittadini presenti, dai genitori degli studenti e dai docenti, povocò il disappunto del parroco latino, certamente perché non informato correttamente sulla originale iniziativa culturale finalizzata a far conoscere particolari aspetti della storia di Contessa in generale e della storia religiosa locale in particolare. 

Sonetto autobiografico
Il noto sonetto autobiografico di Nicolò Chetta(testo II riportato di seguito) è stato pubblicato per la prima volta dal prof. Giuseppe Schirò di Piana degli Albanesi nella sua opera "Canti tradizionali ed altri saggi delle colonie albanesi di Sicilia" (Napoli, 1923, pagg. 229 -230). Lo stesso testo è stato riportato dal periodico "Katundi Ynë"  tra le note di un articolo dedicato a Nicolò Chetta.
Il sonetto con delle varianti (testo I  riportato di seguito) è stato pubblicato anche nell'opera  "Letteratura albanese in Italia dal 1600 al 1800" del prof. Giuseppe Schirò di Contessa ed inoltre (senza la traduzione in lingua italiana) nel volumetto "POETE ARBERESHE", pubblicato a Tirana nel 1974 ("Poezia Shqipe", raccolta di testi di poeti arbëreshë).riportata nel precedente blog  "Personaggi contessioti III".

Nikollë  Keta

(testo I)                                                (testo II)

Fisi të ndershëm në Kuntisë mbiu             Farie së nderme në Kuntisë u bi       
Kolë Keta, filiz i Arbërit dhé,               Kolë Ketta, vllastar i Arbrit dhe,   
shkoi në Palermo, te e Arbërit shpi,     shkoi n' Palermë pra, tek e Arbrit shpi,
që e priti si zogun në fole.                    çë reshti, si zogun rep dnë fole.

E veshi, e pajisi me zakon e urtësi;      E veshi, e e ngjeshi me zakon, me urtësi;
në vapë e përtëriu nënë hije,                pr në vapët e përtrijti dnënë hje,
si të fishkurin bisk stolis një dhri         si të veshkurin rremp stolis një dhri;
e tani kurorë prifti kisha i ve.              E nanì prift kisha kurorë e ve.

Si zog në fluturim të dy krahët  i çoi    Si zog i sbjerrë pra t'dy krahët  çoi
Në Palermo e Kuntisë, sa këtu-atje      Në Palermë e n'Kuntisë, po ktei e atei;
Nderin arbëresh në çdo gjë kërkoi.       Ndern e Arbreshvet te gjithë gramët kërkoi.

Si krimb mëndafshi veten e harroi       Si krimp mundafshi gjith u svis vetëhei         
E këtë visar torri, qendisi e shkroi       E këtë vistar tuar, kjndisi e shkroi,
Shqipërin të ndrinte tej e tej.                Se të kjosëj ghjth Arbrin ndjer përtei.

 (Personaggi di Contessa V - Nicolò Chetta, parte III)

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