Lo scenario
Lo
scenario, qualora le Srr (Società di regolamentazione dei rifiuti) non fossero
in grado di subentrare agli Ato, sarebbe il blocco delle attività di raccolta.
Per scongiurare questa eventualità, il governo regionale a più riprese ha
chiesto al ministero dell'Ambiente il commissariamento, ma finora Roma ha
risposto picche. L'alternativa potrebbe essere che dal primo luglio ciascun
Comune decida di operare in regime d'emergenza, ricorrendo sempre all'articolo
191. Ciò significa che ogni sindaco dovrà "cantare messa" coi soldi a
disposizione, se è il caso, rinunciando (di fatto un licenziamento) ai
netturbini oggi in servizio. Questi i motivi che hanno spinto i sindacati di
categoria, Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, ad annunciare ieri lo stato d'agitazione
del personale e l'avvio delle cosiddette procedure di raffreddamento. Preludio
ad uno sciopero in tutte le province dell'Isola. «Due governatori, cinque
assessori regionali, tré capi dipartimento, a più di cinque anni dalla legge di
riforma - spiegano i segretari Claudio Di Marco, Dionisio Giordano e Pietro
Caleca non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati: ovvero spazzare via il
vecchio sistema dei degli Ato e sostituirlo con uno nuovo in grado di
realizzare il ciclo integrato dei rifiuti in ambiti territoriali ben definiti,
attraverso le Società di regolamentazione dei rifiuti». Risultato? Gli Ato,
veri e propri carrozzoni, continuano a produrre debiti (oltre un miliardo di
euro); i commissari liquidatori non riescono più a recuperare neanche un euro
dalle casse dei Comuni ed i commissari di nomina regionale ad essi affiancati
stentano a garantire la continuità del servizio. Insomma, un cane che si morde
la coda. Anche perché, alla base, i Comuni non riescono a reperire i fondi per
la raccolta dei rifiuti. Resta infatti alta l'evasione e l'elusione. Una
giungla di società e di sigle per un sistema confuso e arretrato. Ne la nuova
Giunta sembra avere le idee chiare per trovare una soluzione della tassa
sull'immondizia. A complicare le cose, secondo i sindacati, è stata la legge 3
del 2013 (voluta dal governo Crocetta), che restituisce ai Comuni in forma
singola o associata la possibilità di svolgere il servizio con i cosiddetti Aro
(Ambiti raccolta ottimale). «Questa norma ha sancito il "de profundis' per
il settore dei rifiuti - aggiungono Di Marco Giordano e Caleca - creando una
frammentazione, tra l'altro, non contemplata dalle normative nazionali e
comunitarie, con la conseguenza di favorire il riproporsi delle ditte del
malaffare».
La ricetta dei sindacati
Uscire
dallo stallo è difficile, ma non impossibile. I sindacati suggeriscono un paio
di mosse: un decreto "blocca Aro", l'immediato passaggio dei
dipendenti degli Ato alle Srr (circa 3.500 su ur totale di 11 mila operatori
ecologici impiegati nel settore rifiuti) e l'approvazione dei cosiddetti piani
d'ambito. «Impegni già assunti dall'assessore Contraffatto ai tavoli di
trattativa, che non devono restare lettera morta - concludono i tré
sindacalisti Se il governo regionale non interverrà con autorevolezza ed
immediatezza si determinerà il default del sistema dei rifiuti».
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