Per portare in pareggio il bilancio del Comune di Contessa
Entellina si dovranno abbassare le rate dei mutui. Questa è la scelta recente assunta in
Municipio: rinegoziarli e spostare le scadenze nel tempo. La delibera è già pronta essendo stata
discussa nel Consiglio Comunale d'urgenza, convocato nei giorni scorsi.
Questo
iniziativa permetterà di risparmiare una
non rilevante somma all'anno
d'interessi, con l’ulteriore beneficio che i risparmi non saranno destinati a nuovi
investimenti ma a ridurre le spese correnti e serviranno per chiudere il bilancio
in pareggio. L’operazione però non è immediatamente fattibile perché il Comune
non dispone del Bilancio 2015; la speranza è deposta nel decreto legge
promesso dal governo all’Anci e che starebbe per arrivare, però -secondo il Sole 24Ore di oggi- in due scadenze.
E sempre che la possibilità di “chiudere
in pareggio” risulti fattibile.
Rivedere i conti è comunque un
passaggio obbligato per l'amministrazione comunale che avrebbe ancora da colmare un buco le cui dimensioni
non trapelano.
La situazione non dovrebbe essere
assolutamente preoccupante, anche perché dover rimborsare i soldi TARSU/2008
agli utenti che hanno pagato dovrebbe essere sopportabile per le finanze
comunali, che comunque da subito devono cominciare a svalutare “crediti” e ad “accantonare”
per i debiti insorti dalla sentenza di I° grado, seppure appellata dal Comune.
D’altronde col bilancio che dovrà ancora vararsi
gli oneri di urbanizzazione, come prevede la legge, potranno spostarsi dal
capitolo investimenti a quello delle spesa corrente, sempre che con la paralisi
delle costruzioni che c’è in giro siano fluiti fondi.
Una cosa è comunque
certa. Contessa non si trova nella condizione
di quanto capitato in un piccolo comune
della provincia di Genova, con un questuante insolito nell’interesse
di un ente locale: si tratta di Antonio Bigotti, sindaco di Savignone, comune
di circa 3.240 abitanti in provincia di Genova, col cappello in una mano, ciotola in un'altra, che è sceso in piazza, come annunciato nei giorni precedenti,
per protestare contro i tagli a piccoli comuni ed enti locali da parte del
governo Renzi.
"Faccio il mendicante
per aiutare il mio Comune - ha spiegato - Non è giusto che i soldi versati dai
miei concittadini finiscano nelle tasche di quelli che abitano nelle grandi
città. I soldi che pagano attraverso l'Ici e l'Imu devono restare sul
territorio per poter affrontare meglio per esempio la gestione della
manutenzione del territorio o delle emergenze come è accaduto per l'alluvione
di ottobre".
Una scelta
"estrema" e provocatoria per sensibilizzare l'opinione pubblica sul
disastro dell'economia dei piccoli Comuni che non hanno più le risorse
necessarie al buon funzionamento dei servizi essenziali. "È un'iniziativa
nata per fare vedere come sono state ridotte le amministrazioni dei piccoli
Comuni, che i grandi Comuni defraudano di una buona percentuale dell'Imu”.
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