Gesu', insegna
la Chiesa, fu vero uomo e vero Dio. Noi in questa rubrica ci stiamo occupando
dell'uomo, rintracciando i pochi elementi storici oggi disponibili.
Avvalendoci delle ricerche degli studiosi di varie discipline stiamo puntando a descrivere il contesto umano e sociale della Palestina di duemila anni fa'.
Se mancano riscontri su chi e come abbia influito sulla crescita culturale ed umana di Gesu' ( gli anni nascosti ) esistono pero' documentazioni sulle vicende e sui personaggi pubblici che hanno condizionato l'assetto della Giudea, della Galilea e del giudaismo nei primi trent'anni dell'era volgare.
Ed e' su questi scarni elementi che ci soffermeremo.
Che lingua parlava il Nazareno ?
Il Gesu' della vita pubblica fu impegnato a comunicare nuove relazionali fra gli uomini.
Per farsi comprendere che lingua usava ?
Da tre secoli prima di Augusto (e poi per altri tre secoli successivi) in quasi tutto il bacino mediterraneo la lingua franca, quella intesa da tutti, era il greco, fermo restando che a Roma e aree limitrofe si usava il latino, in Palestina l'aramaico, ed in ogni regione che si affacciava sul Mediterraneo un idioma specifico.
Il greco era in un certo senso la lingua universale, compresa da tutti in qualsiasi regione da Gibilterra al Gange, in India.
Il Nuovo Testamento e' stato scritto e diffuso in greco e gli stessi romani usavano il greco per rapportarsi alle varie etnie che andavano sottomettendo.
Durante gli anni di Gesu' lo stesso giudaismo era ormai ellennizzato e le scritte all'interno del Tempio erano in greco. I tanti papiri rinvenuti che trattano della vita quotidiana e di rapporti commerciali, ad esclusione di quelli di Qumran (comunità settaria), risalenti allo stesso periodo del nazionalismo Maccabei, sono quasi tutti in greco.
Lo storico giudeo Giuseppe Flavio, un fariseo erudito, scrive in greco e lascia intendere che questa fosse la lingua piu' comunemente usata. Lo si intuisce da una frase de "le guerre giudaiche" dove proponendosi di riscrivere una piu' ampia Storia del suo popolo evidenzia, come per scusarsi di non averlo ancora fatto, la sua non perfetta conoscenza della grammatica greca.
L'Aramaico era comunque conosciuto sia in Giudea che in Galilea.
Ipotesi:
Gesu', verosimilmente, si esprimeva e predicava sia in Greco che in Aramaico. Un po' come noi contessioti: un po' in arbëresh ed un po' in italiano.
Nei testi greci del Nuovo Testamento vi sono riportate molte espressioni idiomatiche in aramaico.
Usava pure l'ebraico ?
Da tempo questa lingua era caduta in disuso ed era conosciuta dagli scribi ( = gli uomini di cultura).
Sinagoga |
L'ebraico era, per fare analogie, come il latino per noi uomini del terzo millennio, una lingua di elite e usato nei testi religiosi da Vecchio Testamento. Era comunque ancora in uso nelle liturgie del Tempio.
Nel Vangelo di Luca e' detto che Gesu' lesse nella Sinagoga del suo paese, Nazaret, un brano del rotolo di Isaia. E' quindi possibile che conoscesse l'ebraico, da persona religiosa quale era, e che lo avesse appreso frequentando da ragazzo la Sinagoga.
Che parlasse in ebraico e' meno certo. Quella lingua non era piu' in uso.
Gesu' conosceva il latino ?
Possibile, ma non e' certo. In Palestina il latino non serviva se non per leggere le scritta che stavano sul fronte degli edifici della Prefettura di Nuova Cesarea.
Se parlare in greco o in aramaico era abituale per tutti, scrivere o leggere in quelle lingue era possibile solo per una percentuale minima della popolazione.
L'analfabetismo diffuso era la regola in ogni angolo dell'Impero Romano.
Nella bottega di falegname Gesu' sara' venuto in contatto con le coorti di militari romani che magari gli avranno commissionato dei lavoretti, un tavolo, delle panche, degli infissi. E' verosimile che che abbia rilasciato al capo guarnigione delle ricevute ( allora non esisteva l'iva) per attestare l'avvenuto pagamento del corrispettivo.
In che lingua ? Sara' stata la lingua franca, il greco.
Saper compilare una ricevuta in greco non significa, per un falegname di Galilea, essere in grado di scrivere una lettera, un testo in greco. Però nessuno potrà, dopo duemila anni, chiarirci questi aspetti di vita.
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