La norma sui Consorzi di bonifica, promossa dall' assessorato
all'Agricoltura, guidato da Nino Caleca, ha l'obiettivo di risparmiare circa 50
milioni l'anno. Soldi che ogni anno la Regione destina ai Consorzi: in base
alla norma, i Consorzi dovranno autofinanziarsi con i proventi della vendita
dell'acqua. I direttori diventano manager e avranno il compito di indirizzare
la politica di tagli e sprechi. Non ci sarà per ora la soppressione e la
fusione dell'Istituto per l'incremento ippico di Catania con l'Esa: enti
salvati con un emendamento da Forza Italia e dal centrodestra. Approvata, però,
un'altra misura che prevede la riorganizzazione degli enti collegati
all'Agricoltura (tra cui Esa e Istituto zootecnico) che l'assessorato dovrà realizzare
entro 90 giorni dall'approvazione della legge.
Enti e partecipate
Prevista
l'istituzione della Centrale unica degli acquisti: nell'ambito dell'assessorato
all'Economia, al fine di ridurre la spesa pubblica, per gli acquisti di beni e
servizi è istituito l'ufficio come «unico soggetto aggregatore per la
centralizzazione degli acquisti di beni e servizi». Via libera all'accorpamento
dell'Iridas, l'istituto per sordi in via di liquidazione, all'Istituto dei
ciechi «Florio e Salamone»: previsto, quindi, il trasferimento del personale
che vanta mesi di stipendi arretrati. Si anche all'Organismo indipendente di
valutazione, che costerà 90 mila euro l'anno e ha la funzione di valutare gli
obietti vi raggiunti dai dirigenti regionali per il calcolo dell' indennità di
risultato. Rafforzato il ruolo di Sviluppo Italia Sicilia, i cui 76 dipendenti
sono da mesi senza stipendio: la partecipata viene riconosciuta come società
partecipata in house, cui i dipartimenti regionali dovranno rivolgersi per
l'affidamento delle attività in tema di creazione di impresa e di assistenza
tecnica. Via libera, poi, a un fondo per l'eliminazione dei residui attivi pari
a 90 milioni di euro per il 2015 e l'incremento di 100 mila euro l'anno per il
2016 e il 2017. Una torta di 15 miliardi di euro, i residui attivi, entrate
iscritte in bilancio, ma che per almeno 3 miliardi e mezzo la Regione non potrà
mai incassare, perché ritenute di «dubbia esigibilità». L'Ars approva anche gli
articoli relativi all'incentivazione e all'impiego di riproduttori animali e
quello sugli aiuti alle associazioni degli allevatori per la tenuta di libri
genealogici. Via libera in serata anche alla norma a favore dei Comuni in
dissesto per far fronte alle situazioni emergenziali nel settore idrico.
Mutuo
e investimenti
Approvata la norma che permette di attivare un nuovo mutuo da
150 milioni per i Comuni: soldi che formalmente sarebbero destinati a
investimenti ma che nella realtà vengono utilizzati anche per pagare le rate di
mutui precedenti. Sul fronte finanziario ha più peso la norma che permette di
utilizzare 673 milioni per coprire una parte del buco di bilancio: serviranno a
coprire il contributo che lo Stato chiede alla Sicilia per «partecipare al
risanamento pubblico nazionale». La norma stanzia somme che la Regione preleva
dal Fondo sviluppo e coesione, tecnicamente destinato a investimenti pubblici.
Precari e personale
Passano soprattutto le norme che permettono di dare
copertura alla spesa per i ventimila precari degli enti locali: circa 300
milioni. E passa anche un emendamento di Mariella Maggio (Pd) che stanzia 37
milioni per finanziare l'impiego degliAsu, precari che svolgono servizi di
pubblica utilità senza un contratto come quello di chi è in servizio nei Comuni.
Trovati anche i fondi per i lavoratori della «ex Pumex»: approvato un
emendamento di Filippo Panarello (Pd) che prevede uno stanziamento di 500 mila
euro al Comune di Lipari da destinare a questo gruppo di lavoratori. Approvato
anche l'articolo 14 che rimpingua con 250 mila euro il Fondo destinato ai
disoccupati siciliani.
Trasporti urbani, strade e province
Via libera ad un
articolo, voluto dal deputato dem Antonio Barbagallo, che consente ai bus
turistici scoperti di fare tour anche in più città con itinerari
collegati.Approvato anche l'articolo che prevede l'assegnazione di risorse per
i liberi consorzi. La norma prevede uno stanziamento di 19 milioni l'anno per
le ex Province. Gli enti, scomparsi sulla carta, non riescono più a garantire
alcun servizio e pagano solo stipendi. Ma questi soldi rischiano di non essere
sufficienti a evitare il default: mancano 10 milioni di euro che lo scorso anno
erano stati stanziati in conto capitale per pagare le rate di prestiti e mutui.
Via libera, dopo un lungo braccio di ferro in aula, a 30 milioni che andranno
alle ex Province per «la viabilità e la manutenzione delle strade». Le altre
norme Via all'articolo 17 che riguarda il funzionamento della conferenza
Regione-autonomie locali. Sì ali' utilizzo delle maggiorazioni di aliquote
Irpefper sostenere la spesa sanitaria regionale. Approvato l'articolo 22 che
detta disposizioni per l'Ente acquedotti siciliani in liquidazione. Passa anche
la norma che stanzia 4 milioni e mezzo in favore del territorio e del paesaggio
rurale. Via libera alle misure di sostegno per il ricovero di minori e per le
comunità alloggio per disabili psichici a cui andranno 11 milioni e mezzo.
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