Il Documento di Economia e Finanza (D.E.F.) è stato
presentato pochi giorni fà (8 aprile) come se fosse in linea con gli indirizzi
che l'Italia si è impegnata a rispettare in sede europea.
Esso ha tagliato le stime di
crescita del Paese e rivisto al rialzo il deficit, destinato, tuttavia, a
restare sotto il tetto del 3% del Pil imposto dall'Unione europea. Ha previsto
una crescita del Pil dello 0,8 per cento, un rapporto del deficit-pil al 2,6
per cento.
Adesso, in queste ore,
sappiamo che il Def non solo non è in linea con gli impegni comunitari ma
continuerà, come sempre, a peggiorare la situazione dei conti pubblici.
Noi italiani non
sappiamo essere rispettosi degli impegni liberamente assunti e poi scarichiamo
le nostre inettitudini sull'euro, sull'Unione Europea, sulla signora Merkel.
Contenuto della lettera all'U.E.
"Il Def serve come risposta del governo italiano agli effetti della pesante recessione che ha colpito l’economia nel 2012 e 2013, attraverso misure concrete per aumentare la crescita potenziale nel medio termine e per l’attuazione di audaci riforme strutturali".
Per contrastare gli effetti della crisi, si asserisce "il governo italiano, nel rispetto della clausola delle circostanze eccezionali, come prevista nella legge di pareggio di bilancio ha deciso di accelerare il pagamento dei rimanenti debiti pubblici arretrati per ulteriori 13 miliardi, che aumenteranno il rapporto debito/pil nel 2014".
Assicurando il pareggio strutturale nel 2016, il governo "procederà nel periodo 2014-2017 con un piano di privatizzazioni di circa lo 0,7 per cento di pil all’anno". Il governo annuncia infine che per il restante 2014 i risparmi della spending review "saranno usati per finanziare un ambizioso piano per ridurre il cuneo fiscale e aumentare la crescita potenziale dell’Italia nel breve e medio termine".
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