L'Italia è impegnata a mantenere i proprio deficit entro la soglia del 3 per cento del Pil; nel medio periodo, e' inoltre tenuta a ridurre sia il disavanzo che il debito in termini strutturali, ossia con un calcolo che tiene conto dell'effetto della crisi economica sulla finanza pubblica.
Dal 2015 entrerà in vigore a tutti gli effetti la regola del debito prevista dal cosiddetto "fiscal compact" che prevede la discesa dall'effettivo valore percentuale rispetto al Pil a quello standard del 60 per cento, al ritmo di un ventesimo l'anno.
Questa condizione potra' essere sopportabile -senza ulteriori manovre finanziarie- in presenza di un avanzo primario e di una crescita dell'economia.
Non ci sono solo i vincoli europei a dettare "legge" in materia di economia: l'articolo 81 della Costituzione è stato rafforzato -due anni fa'- con l'introduzione del principio del pareggio di bilancio (sempre in termini strutturali). Ed è previsto che il ricorso all'indebitamento possa essere autorizzato solo in casi eccezionali, con l'approvazione in Parlamento - a maggioranza assoluta - di una specifica risoluzione. Questo vincolo è ritenuto più incisivo di quelli europei.
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