Dio nessuno
mai l’ha visto: l’unigentito Dio, che è verso il
grembo del Padre, egli l’ha narrato
Giovanni
1 1-18
1 In principio era la Parola e
la Parola era verso Dio e la Parola era Dio. 2 Questa era in principio verso Dio. 3 Tutte le cose furono
(fatte) per mezzo di lei e senza di lei neppure una cosa fu
(fatta). 3b In ciò che è stato
(fatto) 4 (essa) era vita e la vita era la luce degli
uomini; 5 e la luce splende nella tenebra e la tenebra non
la afferrò.
6 Ci fu un uomo inviato da Dio, Giovanni il suo nome.
7 Questi venne per una testimonianza, per testimoniare sulla
luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Non era lui
la luce, ma per testimoniare sulla luce. 9 (La Parola) era
la luce vera che illumina ogni uomo venendo nel mondo.
10 Nel mondo era e il mondo fu (fatto) per mezzo di
lei; e il mondo non la (ri)conobbe.11 Venne nella sua
proprietà e i suoi non la presero. 12 Ma a quanti la
accolsero ad essi diede il potere di diventare figli di Dio, a coloro
che credono nel suo nome; 13 i quali non da sangue, né da
volontà di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio furono
generati. 14 E la Parola divenne carne e s’attentò tra
noi; e contemplammo la sua gloria, gloria di Unigenito dal
Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni testimonia di
lui e ha gridato dicendo: Questi era colui del quale
dissi: Colui che viene dopo di me è diventato davanti a
me perché era prima di me. 16 Infatti dalla pienezza di
lui noi tutti accogliemmo grazia su grazia; 17 poiché la legge
fa data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità fu per mezzo di Gesù
Cristo. 18 Dio nessuno mai l’ha visto: l’unigenito Dio, che
è verso il grembo del Padre, egli l’ha narrato.
Brano del Vangelo di Giovanni proclamato oggi, Pasqua 2014, nelle Chiese di rito bizantino
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
“Adamo dove sei ?” e lui rispose “Mi sono nascosto, ho avuto paura di
Te”.
E’ la modalità che la tradizione giudaica-cristiana dà al
fatto che nessun essere umano ha idea di come sia il suo creatore, la sua
sorgente. Sappiamo che l’immagine e somiglianza siamo noi, se volontariamente
aderiamo al suo fine.
Gesù Cristo con le sue opere e
parole (aderenti al fine voluto da Dio), con la sua vita e morte, ci ha
mostrato chi è e cosa vuole Dio, sino a dire: “Chi ha visto me ha visto il
Padre”.
Egli è infatti la Parola, che per
questo è diventata “carne”, uomo.
Egli, è, per
i Cristiani, l’uomo abilitato a pieno titolo a narrarci l’invisibile. E l’uomo
scopre che colui che amava chiamarsi Figlio dell’uomo e si proclamò Figlio di
Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio. Essa (Parola),
testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne carne in Lui, per
rivelarci e donarci la sua stessa vita, la possibilità di essere figli di Dio.
Il prologo è un inno alla Parola, luce e vita di tutto,
dove ciò che si dice apre alle armonie dell’indicibile. Le sue radici, più che
nella tradizione greca, presente all’autore, affondano nell’Antico Testamento,
in quei testi che cantano la Parola e la Sapienza, personificazioni di Dio
all’opera nella natura e nella storia.
La Parola
sarà l’argomento di tutto il vangelo di Giovanni.
Il termine Lógos (= Parola), personificato, esce nel
prologo, dove si dice che diviene carne
per manifestarci la sua gloria di Figlio unigenito. In seguito si parla invece di
Gesù, dicendo perché e come si fa fratello di ciascun uomo.
L’inizio del
testo parla del Lógos presso Dio e
del suo ruolo nella creazione e nella redenzione, il centro del suo diventare carne,
il finale del suo narrarci il Padre. Lo scopo di tutto il Vangelo è che noi,
ascoltandolo e accogliendolo, possiamo diventare figli di Dio.
Il Nazareno è
autorizzato a presentarci il Padre perché è “il” Figlio. Aderire o meno alla
sua persona, significa per noi accettare o rifiutare la nostra verità di figli.
Questo è il
giudizio che ogni uomo è chiamato a pronunciare sulla propria vita.
Nessun commento:
Posta un commento