Viva
testimonianza della tradizione delle comunità italo-albanesi
Introduzione - Il vasto e peculiare patrimonio
culturale di Contessa Entellina è testimoniato sia da espressioni
archeologiche, storiche, monumentali e bellezze
naturali sia da espressioni della tradizione religiosa bizantina.
La peculiare identità etnica, linguistica e religiosa di Contessa
Entellina, “Comune italo-greco-albanese”, si manifesta significativamente in
occasione delle grandi festività religiose, in particolare nelle varie celebrazioni della Quaresima e della
Settimana Santa, che suscitano un originale fascino spirituale: dalla sera
della notte, che precede il Sabato di Lazzaro, fino alla solenne divina
Liturgia della Domenica di Pasqua, ogni giorno, sia in chiesa sia per le strade
del paese, a Contessa Entellina, si rinnova ogni anno una intenso susseguirsi
di celebrazioni liturgiche (Mattutino, Ore, Vespero, Liturgia dei
Presantificati, Divina Liturgia, Unzione degli infermi, ecc.), e di tradizioni
religiose popolari (processioni, canti e preghiere in greco, in italiano ed in
albanese).
Quaresima - Per
tutta la durata della Quaresima, nella tradizione liturgica bizantina, la
Divina Liturgia (così viene chiamata la S. Messa) viene celebrata
solamente sabato e domenica. E’
possibile però ricevere la S. Comunione mercoledì e venerdì, quando viene
celebrata la “Divina Liturgia dei Presantificati”, una S. Messa senza la
consacrazione (le sacre Specie sono quelle consacrate nella domenica
precedente), ricca di salmi e di canti penitenziali.
Ogni sabato viene celebrata la Divina Liturgia di S. Giovanni
Crisostomo, mentre ogni domenica viene celebrata la Divina Liturgia di S.
Basilio, molto più lunga della precedente, per le particolari preghiere
recitate dal celebrante.
La prima domenica di Quaresima, detta dell’Ortodossia (trionfo
della vera fede), ricorda il ripristino del culto delle sacre immagini (icone),
sancito nell’anno 842 dal Sinodo di Costantinopoli, quando la Chiesa era ancora
indivisa.
Nella seconda domenica, chiamata “ Del paralitico” dal testo del
Vangelo di Marco che viene letto, la Chiesa bizantina invita a riflettere sulle
infermità spirituali ed a ricorrere con fiducia a Gesù perché guarisce e guida l’uomo nel cammino della perfezione.
La terza domenica é dedicata all’adorazione della S. Croce, prima
della Divina Liturgia processionalmente portata dal celebrante davanti alla
iconostasi*. I fedeli, cantando più volte “Adoriamo la tua santa Croce, o
Signore, e magnifichiamo la tua santa Resurrezione”, ne traggono stimolo per
continuare la Quaresima nella preghiera e nella penitenza.
La quarta domenica, dedicata a S. Giovanni Climaco (in greco
climax significa scala), asceta orientale molto noto, autore della “Scala
Paradisi”, la cui lettura viene raccomandata in questa settimana.
Nel sabato che precede la quinta domenica di Quaresima si canta,
in onore della Madonna, l’inno Akatistos (in greco significa preghiera
recitata in piedi), il cui autore é ignoto. E’ stato composto attorno all’anno
626, per ringraziare la Vergine di aver risparmiato Costantinopoli da
un'irruzione di barbari.
Questo inno, costituito da 24 stanze, é un testo letterario a
contenuto religioso, che presenta meravigliosamente la vita della Madre di Dio
ed i beni che l’Incarnazione del Verbo di Dio ha elargito agli uomini**.
Presso le famiglie di rito bizantino l'inno viene recitato
quotidianamente, in tutto o in parte, come presso i fedeli della Chiesa
cattolica si recita il Rosario. Da qualche anno questo inno, con melodie nuove
si é diffuso anche nelle parrocchie della Chiesa cattolica ed é conosciuto e praticato anche da qualche
parrocchia di rito romano e ambrosiano.
La quinta domenica é dedicata a S. Maria Egiziaca, modello di
penitenza, che i fedeli pregano con questa invocazione: ”Prendendo la Croce hai
seguito Cristo, con l’esempio hai insegnato a disprezzare la carne, poiché
effimera, e ad aver cura dell’anima, opera immortale”.
La sera del venerdì, che precede la Domenica delle Palme i giovani,
accompagnati dalle note della banda musicale locale, dietro la porta di molte
famiglie cantano la resurrezione di Lazzaro secondo una antica composizione in
versi in lingua albanese (ancora parlata a Contessa).
Durante la processione della Domenica delle Palme antiche
preghiere liturgiche in greco si alternano a canti religiosi popolari in
italiano ed in albanese.
Settimana Santa - La “Settimana Santa” del rito romano, definita nel rito ambrosiano “Settimana autentica” e nel rito
bizantino “Grande e Santa Settimana”
(in greco “Aghìa kje Megàli Evdhomàs” e in albanese “Java e Madhe”), con la diversa denominazione rivela la grande importanza che questa
ricorrenza riveste nella tradizione dei tre riti: settimana modello per tutte
le altre settimane dell’anno liturgico.
Nel continuo ed emozionante alternarsi di parole
(preghiere, letture dei testi sacri) e di suoni (canti antichi e recenti della
tradizione bizantina), nella spettacolare coreografia delle numerose immagini
sacre (icone), nella magica atmosfera impregnata di incenso (in ogni
celebrazione), di profumi (venerdì) e di alloro (sabato), i fedeli con la
mente, l’anima ed il cuore partecipano profondamente alla celebrazione dei
grandi misteri della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.
Nei primi tre giorni della Settimana Santa in chiesa viene celebrato
“L’ufficio del Ninfios (Sposo)” con antichi canti e preghiere: viene
esposta al culto dei fedeli l’icona di Cristo, che è lo Sposo della nota
parabola evangelica, come viene ricordato in varie preghiere ed in particolare
dalle due seguenti (testo originale in greco e traduzione italiana) del Mattutino
del Lunedì, Martedì e Mercoledì Santo,
le cui parole sono ornate da suggestive note
dell’antica tradizione musicale bizantina: "Idhù o Ninfìos érchete
en to méso tis niktòs. Ke makarios o dhùlos on evrìsi grigorùnda, anàxios dhe
pàlin on evrìsi rathìmunda. Vlépe un psichì mu, mi to ìpno katenektìs, ìna mi
to thanàto paradothìs ke tis Vasilìas exo klisthìs. Allà anànipson krazusa:
Aghios, Aghios, Aghios i o Theòs, dhià
tis Theotòku, eléison imàs.
Ecco, lo Sposo
viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno
invece colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal
sonno, per essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te
stessa ed esclama: Santo, Santo, Santo sei, o Dio, per l’intercessione della Madre di Dio, abbi
pietà di noi”.
"Ton ninfòna su
vlépo, Sotìr mu, kekosmiménon ke éndima uk écho ìna iséltho en aftò. Làmbrinòn
mu tin stolìn tis psichìs, Fotodhòta ke sòson me.
Vedo
pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l’abito per potervi
entrare; rendimi splendente la veste dell’anima, o Datore di luce, e salvami.
La Liturgia dei Presantificati
(canti e salmi penitenziali con le Specie eucaristiche, pane e vino,
consacrate nella Divina Liturgia della
domenica precedente) è una tipica celebrazione della Quaresima di Pasqua (ogni
mercoledì e venerdì).
Il Giovedì Santo invece i fedeli rimangono a lungo a pregare per
la celebrazione del Vespero solenne, seguito dalla Divina Liturgia.
Il Venerdì Santo le preghiere
iniziano al mattino con la visita ai “Sepolcri” nelle varie chiese, in
gruppi organizzati o singolarmente, e nella tarda mattinata la lettura dei
Vangeli della morte e passione di Gesù.
La sera si svolge per le vie del paese la processione col Cristo
morto, deposto nell’urna (tradizione
occidentale), e con l’Epitàfios, Cristo deposto dalla croce
raffigurato con preziosi ricami su un drappo (tradizione tipicamente
orientale). Durante la processione è
recitata ed in parte cantata la via crucis in lingua albanese, alternata
anche con canti popolari in greco ed in italiano.
Il Sabato Santo, giorno
di meditazione e di attesa, durante la celebrazione solenne del Vespero e della
Divina Liturgia il suono delle campane preannuncia l’imminente Resurrezione di
Cristo e, mentre i fedeli alternano ad ogni versetto del salmo 81, cantato dal
celebrate, il canto in greco “Sorgi, o
Dio, e giudica la terra, perché tu avrai eredità in tutte le genti”, tutta la chiesa
viene cosparsa di foglie di alloro.
La notte che precede la Pasqua dietro l’uscio delle case i
giovani, accompagnati dalla Banda musicale locale annunciano con un
tradizionale canto albanese la Resurrezione di Cristo, accettando dal padrone
di casa in omaggio delle uova.
Pasqua - Il
giorno di Pasqua viene celebrata la suggestiva funzione della luce e poi la
solenne divina Liturgia, durante la quale si ripete tantissime volte l’inno
della Resurrezione, in greco, in albanese ed in italiano: “Cristòs anésti ek nécròn, thanàto
thànaton patìsas, kjé tis en tis mnìmasi
zoìn harisàmenos - Krishti u ngjall! Aì tue vdekur ndridhi vdeqjen e
shkretë e të vdekurvet te varret i dha gjellën e vërtetë - Cristo é risorto dai
morti; morendo calpestò la morte e donò la vita a quelli che giacevano nei
sepolcri”.
Quindi i fedeli, dopo aver baciato il libro del Santo Vangelo, retto dal celebrante, si scambiano
l’abbraccio di pace dicendo (in greco, o in albanese o in italiano): “Cristòs anésti! - Krishti u gjall!
Cristo é risorto!” e ciascuno risponde “Alithòs anésti! - Vërtetë u gjall! - E'
veramente risorto!”. Questo saluto pasquale
viene scambiato, anche quando ci si incontra per le strade, fino alla
vigilia dell’Ascensione.
Prima di concludere la celebrazione della Divina Liturgia, per
antica tradizione, il giorno di Pasqua il clero ed i fedeli della parrocchia
greca si recano in processione nella chiesa della Madonna della Favara (sede della Parrocchia latina) per portare il
saluto pasquale ai fedeli di rito romano in spirito di comunione di tutta la
comunità cattolica di Contessa, che comprende fedeli sia di rito romano che di
rito bizantino.
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