"abbiamo una norma perfetta e veramente utile a
contrastare lo scambio tra politica e mafia"
UGO MAGRI, giornalista de La Stampa
Tutti i riflettori sono puntati sui senatori Pd: tenteranno di
fare lo sgambetto a Renzi? Faranno deragliare il treno delle riforme che corre
sui binari patteggiati con Berlusconi? Massima distrazione, invece, su quanto
accade tra i senatori forzisti, come se il loro appoggio alle riforme fosse
scontato in quanto garantito dal leader. In realtà, di automatico non c’è
proprio nulla. Anzi: il pericolo maggiore per il piano di riforme
costituzionali viene proprio da quella parte.
E discende direttamente dalla debolezza politica del
Cavaliere.
Su 60 senatori di Forza Italia, oltre la metà hanno già
sottoscritto una proposta di riforma del Senato che Minzolini (ex direttore del
Tg1 approdato a Palazzo Madama) si appresta a depositare. Sarebbero anche di
più, se dai vertici del partito non fosse stato chiesto a qualcuno di ritirare
la firma al disegno di legge che, nella sua impostazione, fa a pugni con quello
governativo (mira nella sostanza a mantenere un ruolo politico rilevante per il
Senato, attraverso una ripartizione delle competenze con l’altro ramo del
Parlamento).
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