E' tempo di inventari, di spending review, ed e' tempo per la gente di cominciare pure a rendersi conto, almeno in Sicilia, che se siamo al punto in cui siamo, col denaro che perde valore da una settimana all'altra -alla faccia dei media governativi che invece parlano di "deflazione"-, che la responsabilita' non puo' solo essere del destino cinico ed baro ma degli uomini, di chi avrebbe dovuto gestire responsabilmente la cosa pubblica e non lo ha fatto.
Riflettendo su una dimensione ridotta quale e' la realta' di Contessa Entellina (= microcosmo) constatiamo quanto male sia stato speso il denaro pubblico:
- il centro civico (cosi' viene chiamato) e' sangue del nostro sangue, ossia denaro pubblico sperperato,
-la superstrada di Vaccarizzotto (cosi' la chiamavano) e' sangue del nostro sangue e continuiamo a pagare ancora in queste ore per essa avvocati per vertenze infinite giunte in Cassazione,
-tante altre strutture sono divenute vecchie senza che mai abbiano riversato utilita' sulla collettivita'.
Se da una dimensione locale ci spostiamo ad una regionale constatiamo (giornali di oggi) che le cattedrali nel deserto sono centinaia, e sono strade, strutture sanitarie, impianti sportivi, civili abitazioni, mercati agricoli e non, edifici pubblici. Tutte opere incompiute, tutti investimenti rimasti lettera morta e soprattutto denaro pubblico sperperato.
Opere, cosi' ci viene offerto di leggere, intrappolate dalla burocrazia, dall'inerzia di pseudo politici, da errori di progettazione scaturiti dalla supeficialita' e pure dall'incompetenza piu' assoluta di pseudo professionisti.
Adesso ci lamentiamo per esserci imbattuti col collasso economico. A monte del collasso pero' ci siamo tutti noi cittadini che abbiamo preferito distrarci. In verita' non siamo stati dei "cittadini", siamo stati dei ciechi, dei sordi, degli insensibili. Pensavamo che la cosa (lo sperpero) non ci riguardasse. Ed invece ... la stiamo pagando cara.
Per sottrarci alle nostre responsabilita' tanti di noi (i populisti) tirano fuori le accuse all'euro, a Bruxelles, alla Merkel.
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