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martedì 1 aprile 2014

Parrocchia e clero della Madonna della Favara ... ... di Calogero Raviotta

Nell'archivio della diocesi di Agrigento risulta che il vescovo, con un decreto del 1° giugno 1603 approva "I capitoli della venerabile Compagnia della Madonna della Grazia, nominata della Favara nella terra di Contessa". La confraternita ha la sede nella chiesetta dedicata alla Madonna della Favara ed è assistita da un cappellano, nominato annualmente dal vescovo medesimo.
Il 29 agosto 1669  il  vescovo di Agrigento visita la chiesa e la trova ben custodita sia per l'opera del cappellano sia per la cura dedicata dalla Confraternita.
La chiesa è situata fuori "fuori terra", quindi non nel centro abitato, ed è una piccola cappella rurale, che custodisce l'immagine della Madonna, dipinta su una lastra di pietra, trovata nelle vicinanze della sorgente "Favara", da cui prende il nome, come riferisce lo storico Atanasio Schirò.
La sua dimensione e la sua ubicazione non la rende adatta all'attività pastorale da dedicare ai fedeli di rito romano, sempre più numerosi dall'inizio del 1600 a Contessa, per cui i sacramenti, per tutti i fedeli di Contessa, sia latini che greci, sono amministrati nella parrocchia di rito greco.
Per circa due secoli, dalla sua fondazione (1450), la comunità del casale di Contessa é costituita  quasi esclusivamente da fedeli di rito bizantino, come emerge dai cognomi dei riveli del 1592 e del 1623 (blog del 20 marzo 2014). Nel secolo XVII però gli immigrati dai paesi vicini, tutti di rito romano, diventano sempre più numerosi, per cui nasce l'esigenza di assicurare loro l'assistenza religiosa secondo il rito di appartenenza. Nel 1698 il vescovo di Girgenti istituisce la parrocchia di rito romano nel casale di Contessa come risulta dal decreto, il cui testo è riportato di seguito.
"Noi Arcivescovo fr. D. Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori, per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti, consigliere ……- omissis - , trovandoci in corso di visita in questa terra di Contessa abbiamo notato essere amministrati i sacramenti indiscriminatamente per gli abitanti di rito Latino e Greco. Nella stessa medesima chiesa e nel medesimo Tabernacolo essere conservato per l’uno e l’altro clero il Sacramento dell’Eucaristia in Azzimo e fermentato, dal che avviene che i latini ricevono per lo più l’Eucaristia sotto entrambe le specie. Come spesso essere avvenuto, abbiam saputo da relazioni degne di fede, che passino al Rito greco impunemente contra la disposizione della Santa Memoria di Clemente VIII: infatti dai Cappellani Curati designati per ciascun rito non si distinguono quali sono le pecorelle del proprio Rito. Al quale male dannoso alle anime volendo rimediare a toglierlo del tutto, abbiamo stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità conferitaci dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel miglior modo, stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino sia destinata una particolare e separata Parrocchia. E poichè molto sia dei Greci che dei Latini si sono offerti di edificare una nuova chiesa per tale scopo intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo destinato e scelto e destiniamo e scegliamo per la predetta amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra la Venerabile chiesa di S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi) volgarmente  della Madonna della Favara, che constituiamo in Parrocchia dei Latini, unicamente per l’amministrazione dei Sacramenti da parte del Cappellano Curato dei Latini, nè può trasportarsi il S.S. Sacramento dell’Eucaristia per i fedeli Latini di lì in altra chiesa senza nostra espressa sicura rimanendo per i Greci la medesima chiesa nella quale fino ad ora sono stati amministrati i Sacramenti del loro Cappellano Curato. Con questo tuttavia che nell’una o l’altra chiesa possano celebrarsi le Messe dai Sacerdoti Greci o Latini, come si è osservato fin’ora. Però le funzioni, che sono proprie di ciascun Rito e Chiesa, siano compiute soltanto rispettivamente dai propri cappellani Curati, alle quali, se è invitato il Cappellano Curato di un altro Rito, deve avere la precedenza per urbanità sull’altro cappellano nella cui chiesa si compiono le funzioni.
Solamente nel giorno del Sabato Santo non è lecito suonare le campane nella chiesa dei Latini prima che siano suonate nella chiesa dei Greci.
Appena poi si compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente conservarsi l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini provvederemo opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie rimarrà nel medesimo stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a Parrocchia dei Latini;  senza pregiudizio per i Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in essa. Pertanto acciò la predetta divisione delle chiese per la retta e salutare osservanza dell’uno e dell’altro Rito appaia nel futuro e si osservi in perpetuo abbiamo scritto il presente decreto in Contessa nel corso della visita il nove Dicembre 1698.
Don Francesco Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.

Chiesa delle Anime Sante: sede provvisoria delle parrocchie di Contessa.
Occorre preliminarmente chiarire che non bisogna confondere la Parrocchia istituzione (celebrazioni religiose, parroco, fedeli) con la chiesa edificio, in cui ha sede.  Infatti a Contessa, sia la parrocchia latina sia la parrocchia greca, anche in tempi recenti, per assicurare l'amministrazione dei sacramenti e le altre celebrazioni religiose, essendo inagibili le sedi originarie,  provvisoriamente trasferiscono la loro sede in altre chiese.
Al riguardo nella storia ecclesiastica e religiosa di Contessa, la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio svolge più volte un ruolo molto importante perché diventa temporaneamente sede della parrocchia greca e della parrocchia latina, in occasione di particolari eventi.
Dopo il terremoto del  1968, tutte le chiese di Contessa sono dichiarate inagibili. La chiesa delle Anime Sante è la prima, dopo tempestivi lavori di restauro, ad essere riaperta al culto il 4 agosto 1968, per essere utilizzata come sede delle due parrocchie locali.
Dopo alcuni anni sono riaperte provvisoriamente al culto le due chiese parrocchiali e la chiesa delle Anime Sante  ritorna al suo ruolo di cappella affiliata alla parrocchia greca.
In tempi recenti tuttavia é ancora utilizzata come sede parrocchiale: prima durante i lavori di restauro della Chiesa greca  (dal 1989 al 1992) e successivamente durante i lavori di restauro della chiesa della Madonna della Favara (dal 1993  al 1997).
Anche nel secolo scorso la chiesa delle Anime Sante è utilizzata come sede della parrocchia latina, essendo divenuta inagibile la chiesa della Madonna della Favara, per il crollo della volta e di parte delle strutture (21 febbraio 1843).
Tale circostanza risulta descritta dettagliatamente nella lettera indirizzata al vicario curato foraneo (Don Epifanio Lojacono) e al clero greco di Contessa dal parroco curato e vicario foraneo (Don Giuseppe Ferrara) e clero latino, il cui testo é di seguito riportato: “Reverendissimi Signori, questa notte con sommo nostro cordoglio si é rovinata circa una metà di muro della venerabile chiesa, dedicata a Maria Santissima di tutte le Grazie, volgarmente della Favara, addetta a Chiesa latina, tirando seco la volta appoggiata. In mezzo al grave danno vi é stata quella di vari sacri arredi ed immagini e particolarmente quello prodotto in parte sull’eccellente Bara dedicata alla lodata nostra Signora; si é, in mezzo a tanta afflizione, avuta la consolazione che il Divinissimo, sito nella sua Tribuna dell’Altare Maggiore, ed il venerabile Simulacro di Maria Santissima si preservassero illesi per essere rimasto il Cappellone.
In tale lacrimevole disgrazia preghiamo Lei, acciò con la solita bontà, e per quella buona armonia, che ha esistito tra l’uno e l’altro Rito, sia compiacente permetterci che nella di lei Chiesa del Purgatorio sia trasportato il Divinissimo con una alle sacre Immagini, dandoci nel tempo istesso libertà di amministrare i Sacramenti, cantare Messe ed esercitare tutte le sacre Funzioni del nostro Rito, senza perciò sentirsi Lei impedito ed il suo clero presente e futuro di poter continuare a cantare Messe, Vespri, che per consuetudine vi hanno finora celebrato e tutti i diritti, che vi hanno fino ad oggi e che le appartengono come Curato e Rettore di queste Chiese Greche; obbligandoci di lasciare libera al menomo di Lei avviso, e successori, essa quante volte servirà loro per trasferirgli il Divinissimo in qualche urgente circostanza che Dio non voglia, alla Madre Chiesa, avendo la compiacenza allora di concederci altra Chiesa a Lei dipendente”.
(firmato: Giuseppe Maria Ferrara, Leonardo Lala e Antonino Rizzuto).

 Clero di rito romano a Contessa
Negli archivi della diocesi di Girgenti risulta che il sacerdote  don Giacomo Lo Smeriglio, come curato della terra di Contessa, celebra nel 1609 le nozze di Conti Clesi e Margherita Barcia. Dal 1624 Don Matteo Vernaci di Chiusa viene invitato dal parroco greco ad amministrare i sacramenti ai fedeli di rito romano di Contessa.
Negli anni successivi la presenza di sacerdoti latini a Contessa viene stabilizzata, come documentato  dall'elenco dei cappellani, vicari curati e parroci di rito romano, i cui nomi sono di seguito riportati (anno di nomina tra parentesi): cappellano Diego Foresta da Caltabellotta (1634), curato Leonardo Pino (1658), cappellano Francesco Ficara da Bisacquino (1669),  vicario curato Luca Musacchia (1698), vicario Curato Giorgio Macaluso (1724), Antonino Glaviano(1742), Giuseppe Amodei (1747), Michelangelo Musacchia (1750), Giuseppe Spada (1762), Ignazio Spada (1782), Giovanni Genovese (1828), Giuseppe Ferrara (1833), Leonardo Lala (1846), Antonino Rizzuto (1867), Atanasio Schirò (1894), Nicolò Genovese (1895), Antonino Garaci (1925), Giuseppe Clesi (1939),  Antonino Lala (1942, coadiuvato per brevi periodi dai sacerdoti Geloso Francesco, Speciale Raffaele, Giordano Giuseppe). Dalla morte di mons. Lala (1965) al 2000  la parrocchia latina viene affidata a diversi sacerdoti, quasi tutti non contessioti. I loro cognomi sono riportati di seguito: Leoluca Marsalisi (fino al 1966), Giuseppe Mandalà (fino al 1968), Rosario Di Trapani (fino al 1971),  Boach (?),  Lorenzo Pecoraino (fino al 1974),  Lombino (fino al 1975), Salvatore Lo Bue (fino al 1986), Filareto Monteleone Francesco (fino al 1989), Pietro Gullo (fino al 1990), Francesco Verecondia (fino al 1991), Marco Badiglio (fino al 1993), Porfilio Traficanti (fino al 1997), Antonio Cotza (fino al 1998), Don Mario Bellanca (fino al 2010). L'attuale amministratore parrocchiale è don Giorgio Ilardi.
Da quanto sopra esposto si rileva che in 70 anni (1895-1965) operano nella parrocchia latina appena tre parroci, mentre negli ultimi 45 anni (1965-2010) nella parrocchia latina si alternano 15 sacerdoti, di cui tredici non contessioti (rimasti a Contessa per periodi brevissimi, eccetto padre Lo Bue, padre Bellanca e l'attuale parroco).


(Madonna Favara - continua)

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