Nell'archivio della diocesi di Agrigento risulta che il vescovo,
con un decreto del 1° giugno 1603 approva "I capitoli della venerabile
Compagnia della Madonna della Grazia, nominata della Favara nella terra di
Contessa". La confraternita ha la sede nella chiesetta dedicata alla
Madonna della Favara ed è assistita da un cappellano, nominato annualmente dal
vescovo medesimo.
Il 29 agosto 1669 il vescovo di Agrigento visita la chiesa e la
trova ben custodita sia per l'opera del cappellano sia per la cura dedicata
dalla Confraternita.
La chiesa è situata fuori "fuori terra", quindi non nel centro
abitato, ed è una piccola cappella rurale, che custodisce l'immagine della
Madonna, dipinta su una lastra di pietra, trovata nelle vicinanze della
sorgente "Favara", da cui prende il nome, come riferisce lo storico
Atanasio Schirò.
La sua dimensione e la sua ubicazione non la rende adatta
all'attività pastorale da dedicare ai fedeli di rito romano, sempre più
numerosi dall'inizio del 1600 a Contessa, per cui i sacramenti, per tutti i
fedeli di Contessa, sia latini che greci, sono amministrati nella parrocchia di
rito greco.
Per
circa due secoli, dalla sua fondazione (1450), la comunità del casale di
Contessa é costituita
quasi esclusivamente da fedeli di rito bizantino, come emerge dai
cognomi dei riveli del 1592 e del 1623 (blog del 20 marzo 2014). Nel secolo
XVII però gli immigrati dai paesi vicini, tutti di rito romano, diventano
sempre più numerosi, per cui nasce l'esigenza di assicurare loro l'assistenza
religiosa secondo il rito di appartenenza. Nel 1698 il vescovo di Girgenti
istituisce la parrocchia di rito romano nel casale di Contessa come risulta dal
decreto, il cui testo è riportato di seguito.
"Noi
Arcivescovo fr. D. Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori,
per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti,
consigliere ……- omissis - , trovandoci in corso di visita in questa terra di
Contessa abbiamo notato essere amministrati i sacramenti indiscriminatamente
per gli abitanti di rito Latino e Greco. Nella stessa medesima chiesa e
nel medesimo Tabernacolo essere conservato per l’uno e l’altro clero il
Sacramento dell’Eucaristia in Azzimo e fermentato, dal che avviene che i latini
ricevono per lo più l’Eucaristia sotto entrambe le specie. Come spesso essere
avvenuto, abbiam saputo da relazioni degne di fede, che passino al Rito greco
impunemente contra la disposizione della Santa Memoria di Clemente VIII:
infatti dai Cappellani Curati designati per ciascun rito non si distinguono
quali sono le pecorelle del proprio Rito. Al quale male dannoso alle anime
volendo rimediare a toglierlo del tutto, abbiamo
stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità
conferitaci dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel
miglior modo, stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei
Sacramenti secondo il Rito Latino sia destinata una particolare e separata
Parrocchia. E poichè molto sia dei Greci che dei Latini si sono
offerti di edificare una nuova chiesa per tale scopo intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo
destinato e scelto e destiniamo e scegliamo per la predetta amministrazione dei
Sacramenti secondo il Rito Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra
la Venerabile chiesa di S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi)
volgarmente della Madonna della Favara,
che constituiamo in Parrocchia dei
Latini, unicamente per l’amministrazione dei Sacramenti da parte del
Cappellano Curato dei Latini, nè può trasportarsi il S.S. Sacramento
dell’Eucaristia per i fedeli Latini di lì in altra chiesa senza nostra espressa
sicura rimanendo per i Greci la medesima chiesa nella quale fino ad ora sono
stati amministrati i Sacramenti del loro Cappellano Curato. Con questo tuttavia
che nell’una o l’altra chiesa possano celebrarsi le Messe dai Sacerdoti Greci o
Latini, come si è osservato fin’ora. Però le funzioni, che sono proprie di
ciascun Rito e Chiesa, siano compiute soltanto rispettivamente dai propri
cappellani Curati, alle quali, se è invitato il Cappellano Curato di un altro
Rito, deve avere la precedenza per urbanità sull’altro cappellano nella cui
chiesa si compiono le funzioni.
Solamente nel giorno del Sabato Santo non è lecito
suonare le campane nella chiesa dei Latini prima che siano suonate nella chiesa
dei Greci.
Appena poi si compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente conservarsi
l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini provvederemo
opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie rimarrà nel
medesimo stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a Parrocchia dei
Latini; senza pregiudizio per i
Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in essa. Pertanto
acciò la predetta divisione delle chiese per la retta e salutare osservanza
dell’uno e dell’altro Rito appaia nel futuro e si osservi in perpetuo abbiamo
scritto il presente decreto in Contessa nel corso della visita il nove Dicembre
1698.
Don Francesco Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.
Chiesa
delle Anime Sante: sede provvisoria delle parrocchie di Contessa.
Occorre preliminarmente chiarire che non
bisogna confondere la Parrocchia istituzione (celebrazioni religiose, parroco,
fedeli) con la chiesa edificio, in cui ha sede. Infatti a Contessa, sia la parrocchia latina
sia la parrocchia greca, anche in tempi recenti, per assicurare
l'amministrazione dei sacramenti e le altre celebrazioni religiose, essendo
inagibili le sedi originarie, provvisoriamente trasferiscono la loro sede in
altre chiese.
Al riguardo nella storia
ecclesiastica e religiosa di Contessa, la Chiesa delle Anime Sante del
Purgatorio svolge più volte un ruolo molto importante perché diventa
temporaneamente sede della parrocchia greca e della parrocchia latina, in occasione
di particolari eventi.
Dopo il terremoto del 1968, tutte le chiese di Contessa sono
dichiarate inagibili. La chiesa delle Anime Sante è la prima, dopo tempestivi
lavori di restauro, ad essere riaperta al culto il 4 agosto 1968, per essere
utilizzata come sede delle due parrocchie locali.
Dopo alcuni anni sono
riaperte provvisoriamente al culto le due chiese parrocchiali e la chiesa delle
Anime Sante ritorna al suo ruolo di
cappella affiliata alla parrocchia greca.
In tempi recenti tuttavia é
ancora utilizzata come sede parrocchiale: prima durante i lavori di restauro
della Chiesa greca (dal 1989 al 1992) e
successivamente durante i lavori di restauro della chiesa della Madonna della
Favara (dal 1993 al 1997).
Anche nel secolo scorso la chiesa
delle Anime Sante è utilizzata come sede della parrocchia latina, essendo
divenuta inagibile la chiesa della Madonna della Favara, per il crollo della
volta e di parte delle strutture (21
febbraio 1843).
Tale circostanza risulta
descritta dettagliatamente nella lettera indirizzata al vicario curato foraneo
(Don Epifanio Lojacono) e al clero greco di Contessa dal parroco curato e
vicario foraneo (Don Giuseppe Ferrara) e clero latino, il cui testo é di
seguito riportato: “Reverendissimi Signori, questa notte con sommo nostro
cordoglio si é rovinata circa una metà di muro della venerabile chiesa,
dedicata a Maria Santissima di tutte le Grazie, volgarmente della Favara,
addetta a Chiesa latina, tirando seco la volta appoggiata. In mezzo al grave
danno vi é stata quella di vari sacri arredi ed immagini e particolarmente
quello prodotto in parte sull’eccellente Bara dedicata alla lodata nostra
Signora; si é, in mezzo a tanta afflizione, avuta la consolazione che il
Divinissimo, sito nella sua Tribuna dell’Altare Maggiore, ed il venerabile Simulacro di Maria Santissima si
preservassero illesi per essere rimasto il Cappellone.
In tale lacrimevole
disgrazia preghiamo Lei, acciò con la solita bontà, e per quella buona armonia,
che ha esistito tra l’uno e l’altro Rito, sia compiacente permetterci che nella
di lei Chiesa del Purgatorio sia
trasportato il Divinissimo con una alle sacre Immagini, dandoci nel tempo
istesso libertà di amministrare i Sacramenti, cantare Messe ed esercitare tutte
le sacre Funzioni del nostro Rito, senza perciò sentirsi Lei impedito ed il suo
clero presente e futuro di poter continuare a cantare Messe, Vespri, che per
consuetudine vi hanno finora celebrato e tutti i diritti, che vi hanno fino ad oggi
e che le appartengono come Curato e Rettore di queste Chiese Greche;
obbligandoci di lasciare libera al menomo di Lei avviso, e successori, essa
quante volte servirà loro per trasferirgli il Divinissimo in qualche urgente
circostanza che Dio non voglia, alla Madre Chiesa, avendo la compiacenza allora
di concederci altra Chiesa a Lei dipendente”.
(firmato: Giuseppe Maria Ferrara, Leonardo Lala e
Antonino Rizzuto).
Clero di rito
romano a Contessa
Negli
archivi della diocesi di Girgenti risulta che il sacerdote don Giacomo Lo Smeriglio, come curato della
terra di Contessa, celebra nel 1609 le nozze di Conti Clesi e Margherita
Barcia. Dal 1624 Don Matteo Vernaci di Chiusa viene invitato dal parroco greco
ad amministrare i sacramenti ai fedeli di rito romano di Contessa.
Negli
anni successivi la presenza di sacerdoti latini a Contessa viene stabilizzata,
come documentato dall'elenco dei
cappellani, vicari curati e parroci di rito romano, i cui nomi sono di seguito
riportati (anno di nomina tra parentesi): cappellano Diego Foresta da
Caltabellotta (1634), curato Leonardo Pino (1658), cappellano Francesco Ficara
da Bisacquino (1669), vicario curato
Luca Musacchia (1698), vicario Curato Giorgio Macaluso (1724), Antonino
Glaviano(1742), Giuseppe Amodei (1747), Michelangelo Musacchia (1750), Giuseppe
Spada (1762), Ignazio Spada (1782), Giovanni Genovese (1828), Giuseppe Ferrara
(1833), Leonardo Lala (1846), Antonino Rizzuto (1867), Atanasio Schirò (1894),
Nicolò Genovese (1895), Antonino Garaci (1925), Giuseppe Clesi (1939), Antonino Lala (1942, coadiuvato per brevi
periodi dai sacerdoti Geloso Francesco, Speciale Raffaele, Giordano Giuseppe). Dalla
morte di mons. Lala (1965) al 2000 la
parrocchia latina viene affidata a diversi sacerdoti, quasi tutti non
contessioti. I loro cognomi sono riportati di seguito: Leoluca Marsalisi (fino
al 1966), Giuseppe Mandalà (fino al 1968), Rosario Di Trapani (fino al 1971), Boach (?), Lorenzo Pecoraino (fino al 1974), Lombino (fino al 1975), Salvatore Lo Bue (fino
al 1986), Filareto Monteleone Francesco (fino al 1989), Pietro Gullo (fino al
1990), Francesco Verecondia (fino al 1991), Marco Badiglio (fino al 1993), Porfilio
Traficanti (fino al 1997), Antonio Cotza (fino al 1998), Don Mario Bellanca
(fino al 2010). L'attuale amministratore parrocchiale è don Giorgio Ilardi.
Da quanto sopra esposto si rileva che in 70 anni (1895-1965) operano
nella parrocchia latina appena tre parroci, mentre negli ultimi 45 anni
(1965-2010) nella parrocchia latina si alternano 15 sacerdoti, di cui tredici
non contessioti (rimasti a Contessa per periodi brevissimi, eccetto padre Lo
Bue, padre Bellanca e l'attuale parroco).
(Madonna Favara - continua)
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