Durante la Giornata Internazionale della Donna (8 marzo 2014) il presidente della Repubblica -Giorgio Napolitano- ha consegnato l'onorificenza di grande ufficiale alla siciliana originaria di Alcamo.
La motivazione: "Per il coraggioso gesto di rifiuto del "matrimonio riparatore" che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese".
Abbiamo rintracciato un articolo di allora ("febbraio 1966") del settimanale Epoca che qui riportiamo
Vennero in quindici armati di mitra e pistole e la portarono via
Franca Viola non aveva che sedici anni quando Filippo Melodia, erede del "prestigio" di una nota famiglia mafiosa di Alcamo, le mise per la prima volta gli occhi addosso e stabilì di "farla sua". La ragazza, figlia di un mezzadro, era di condizioni modeste ma per la sua avvenenza era giudicata degna di fare, come si dice, un "buon matrimonio". Senonchè, dopo un "fidanzamento in casa" durato sei mesi, Franca decise che Filippo Melodia non era l'uomo per lei. Non le piaceva il suo temperamento arrogante, la sua mania di esibirsi in bravate inutili, la familiarità che mostrava di avere con la rivoltella.
Ma Filippo era uno spasimante testardo e un bel giorno il signor Viola dovette metterlo alla porta. Il giovanotto, furibondo parì per la Germania e rientrò ad Alcamo un anno dopo: da quel momento con l'aiuto della sua "cosca", si mise a preseguitare i Viola con ogni sorta di vandalismi. Dopèo avergli irrimediabilmente devastato il podere, chiese al padre di Franca, per l'ultima volta, la mano della ragazza. Ebbe un ennesimo rifiuto. Allora mostrò al signor Viola la rivoltella che portava infilata nella cintura e disse: "Chista è chidda chi scaccia 'a testa a vossia".
Una chiarissima minaccia. Poi Filippo vevve a sapere che Franca aveva ormai un altro pretendente e decise di strapparla al padre con la forza.
Il 26 dicembre 1965 due automobili col motore acceso bloccarono gli accessi della strettissima via Arancio. Ne discesero tredici individui mascherati e armati di mitra e rivoltella. Altri due attendevano al volante delle vetture. Il padre di Franca non era in casa. Sfondato l'uscio, i forsennati trascinarono via la ragazza e il fratellino di otto anni, che si era disperatamente attaccato alle sue ginocchia. La mamma fu ferita alla testa con il calcio di una pistola. Filippo Melodia tenne Franca sotto sequestro per otto giorni. Per permettere la cattura dei criminali, il signor Viola finse di acconsentire al matrimonio della figlia con il suo rapitore. Ma la notte del 2 gennaio Franca, liberata dalla polizia, ripetè nuovamente e fermamente il suo "no". Filippo Melodia fu allora arrestato insieme con quasi tutti i suoi complici. Adesso è in carcere, in attesa di processo.
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