La disoccupazione
Nell'antichità, nel medio evo, la miseria, la povertà assoluta di vasti strati della popolazione era un dato; un dato di fatto che i governi di allora ritenevano inevitabile, impossibile per le capacità umane di porvi riparo, se non con la carità.
Con la modernità sono sorte le scienze, scienze sperimentali e scienze logiche, che hanno dato all'uomo tante possibilità per intervenire sulla natura e sull'organizzazione ottimale delle realtà sociali.
Sulla disoccupazione il pensiero economico è ricchissimo di motivazioni e di potenziali soluzioni. Volendo evitare in questo breve spazio del Blog di riportare l'ampia gamma teorica ed operativa, cerchiamo di capire il perchè in Italia siamo arrivati al 13% della forza lavoro disoccupata (e in Sicilia al 55% di quella giovanile).
Attingendo alla teoria liberista, dominante nell'Europa dei nostri giorni, possiamo dare queste motivazioni:
1-In Italia il risanamento dei conti pubblici (l'allegra spesa pubblica, senza copertura) è iniziata da poco, solo quando gli italiani hanno scoperto lo "spread", ossia dalla seconda metà del 2011;
2-Il governo della moneta unica (l'euro) risente della sfiducia reciproca fra le nazioni che la condividono. Anche il cittadino poco attrezzato si accorge p.e. la Germania non intende rimediale all'allegra finanza dei governi italiani o greci, o spagnoli, o francesi etc.
Di contro gli italiani, o i greci, pensano che la rigidità tedesca nasconda tentativi a mo' di .... fregatura ai danni altrui.
Da questa sfiducia (immotivata) che arriva da ogni sponda spuntano i ritardi nell'aggiustare ... i meccanismi che devono reggere il governo di qualsiasi moneta.
3-Esiste -a monte- l'erronea convinzione che già nel 2010 con gli interventi massicci effettuati dal governo americano per salvare il sistema bancario di quel paese (da dove la crisi è nata) tutto si fosse messo a posto e quindi in Europa bastavano piccoli correttivi.
I sistemi economici, ammesso che già siano in fase di sistemazione i punti 1 e 2, anche se si avviano in direzione della ripresa continueranno ancora per uno o due anni ad espellere forza lavoro. La ripresa infatti non potrà realizzarsi alle condizioni pre-crisi del 2008.
Espellere forza lavoro per creare nuove condizioni di equilibrio ed efficacia fa parte delle regole di mercato.
I rimedi, politici, che si possono adottare sono quelli che Renzi vuole introdurre modificando i rapporti di lavoro (mercato del lavoro). Il lavoro flessibile stimola nel mondo delle imprese il ricorso a forze fresche (giovani).
Ricette miracolistiche, soprattutto per chi (Italia) in oltre un ventennio non ha mai rispettato la regola n. 1 (rileggere sopra) non ne esistono.
La teoria keynesiana (in auge nella socialdemocrazia) in presenza di grandi masse di disoccupati e di ingenti capitali che restano inoperosi in un sistema bloccato, propone di mobilitare i disoccupati in grandi infrastrutture, in grandi opere pubbliche.
Il problema è che i disoccupati si trovano nei paesi che non hanno osservato la regola 1- (Grecia, Portogallo, Italia etc.), mentre i capitali si trovano nei paesi con i conti a posto.
Quindi ?
I pannicelli caldi degli €. 80.oo al mese in busta paga possono stimolare ben poco se la credibilità complessiva del paese Italia resta quella che è. In Italia c'è da aspettare due/tre anni perchè cominci (realmente e non a parole) a diminuire il debito pubblico.
La Grecia da tre anni sotto l'amara cura Troika comincia a crescere a ritmi percentuali significativi.
Evitiamo di parlare della ricetta dei populisti (neo-fasciste alla Le Pen, o di altre forze) consistente nell'uscita dall'euro.
La ricetta -sotto traccia- vuole dirci: continuiamo a comportarci come sempre, stampiamo moneta, droghiamo il sistema produttivo e poi nel giro di breve tempo saremo in assoluto fuori dal giro dei paesi "seri".
Potremmo poi tentare di mettere sù col Nord Africa una Unione Mediterranea. Ma trattandosi di forze neo-fasciste (nazionaliste e razziste) nemmeno questo è però immaginabile.
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