Jürgen Habermas filosofo, sociologo, politologo ed epistemologo tedesco, tra i principali esponenti della Scuola di Francoforte (culla della teoria critica), oggi 98enne, anni fa riferendosi all’Iran, paese degli Sciiti, sostenne: Se movimenti di ispirazione religiosa cercano di ripristinare una forma di teocrazia islamica abbiamo ciò che chiamiamo il fondamentalismo”.
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Ed oggi in Iran Ali Khamenei governa con mano dura la Repubblica islamica. Fu l’Ayatollah Khomeini, dopo la cacciata dello Scia’, ad imporre alla potente gerarchia sciita iraniana l’idea inedita, e verosimilmente paradossale, della teocrazia che unisce Theos (Dio) e Kratos (potere). Avrebbe dovuto essere il “governo del saggio” e divenne il potere di veto della Guida suprema sull’insieme delle strutture e degli organi sia eletti e non del regime.
La guida suprema sta al vertice di una serie di organismi espressi dalla Costituzione islamica, dal Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, dall’Assemblea degli Esperti e dal Consiglio per i Pareri di Conformità, che la Guida controlla e utilizza per censurare l’operato dei due soli organi eletti, il Parlamento e la Presidenza della Repubblica, il potere Esecutivo.
Tutto e tutti insomma sottomessi alla giurisdizione dei teologi, comprese le forze armate (Esercito, Pasdaram ed altro) perché soltanto il saggio conosce la volontà di Allah e del suo profeta Maometto, per il bene del popolo dell’Isla
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