Sento dire che tizio è un brav’uomo, che sa vivere nel contesto degli uomini, sa parlate bene e si presenta bene. Tutti vorremmo essere così e ottenere conseguentemente il consenso generalizzato.
Roland Barthes, saggista e critico letterario, sosteneva che non sono gli uomini a parlare la lingua, il linguaggio, ma è la lingua che presenta gli uomini; non siamo noi ma la nostra mente, la nostra cultura, le nostre passioni, negli aspetti di universali naturali, di prodotto sociale, e di loro esiti individuali, a farci vedere e rappresentare il mondo così come lo conosciamo. Tutto ciò vorrebbe significare che la visione delle cose del mondo che noi uomini abbiamo di esse, in condizioni normali, e’ per ciascuno una delle tante possibili.
Sembrerà strano, ma in alcuni ambiti scientifici i modelli di rappresentazione della realtà, sebbene sia progredita la ricerca, anziché di ampliarsi, si sono man mano ristretti. In pratica più si amplia la specializzazione dei saperi e più si ampliano gli ambiti che ciascuno individualmente va sviluppando e ancor più si va restringendo e rarefacendo il campo di osservazione di ciascun uomo piuttosto che ampliarsi (salvo alcune menti davvero illuminate).
(Segue)

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