Fare cultura. (6)
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Le Università cinquecentesche continuarono in grande prevalenza ad insegnare in latino e come da secoli era avvenuto mantennero l'impronta di "comunità internazionali" di professori e studenti.
L'Università di Padova fu nella seconda metà del '500, in stragrande maggioranza, frequentata -con disappunto del Papato- da oltre seimila tedeschi, tanti inglesi e gruppi di greci ed ebrei. Rimase per parecchio tempo ancora una Università prestigiosa e soprattutto cosmopolita in quanto la Repubblica di Venezia si fece carico di garantire la sua assoluta neutralità rispetto alla frattura cattolico-protestante che interessò l'Europa Occidentale proprio in quel periodo.
Nello stesso periodo l'Università di Parigi iniziò la sua significativa espansione, come pure Oxford e Cambrige. Queste ultime si posero fra gli obiettivi, fra altri, di creare cultura e formare clero protestante.
Un campo di studi in espansione fu nel Cinquecento quello del "diritto". E se Padova mantenne la neutralità sulle tematiche cattolici/protestanti, nei Paesi Bassi sorsero nuove sedi che propendevano per il protestantesimo, e per gli studi di ingegneria e delle discipline innovative.
In Italia e Spagna l'ordine gesuitico -in particolare- si insinuò nelle Università ed in particolare nelle facoltà teologiche, provocando reazioni antigesuitiche da parte di altri ordini, pure essi cattolici, come avvenne a Lovanio. D'altrone fu in quella seconda metà del Cinquecento che gran parte delle Università cominciarono a transitare dall'orbita della Chiesa Cattolica a quella degli Stati, favoriti questi -nell'intromettersi- dalle situazioni finanziarie che cominciarono ad insorgere nelle gestioni.
Quello fu anche il periodo in cui si cominciò a parlare di "riforma" delle Università, stante che dalle tante fonti politiche/religiose interessate a controllarne le "tendenze culturali" veniva insinuato che esse licenziassero -immettessero nella società- individui ignoranti, soprattutto in materia di Scritture.
Nuova visione della vita immanentista, antropo-centrica ed individualista in contrapposizione a quella medievale trascendentista. |
Rilievo assunse l'Accademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603 per discutere di matematica e scienza sperimentale. A questa aderì, nel 1601, lo stesso Galileo. Lo Statuto stabiliva: " .. sarà l'Accademia dè Lincei una congregazione, un seminario, un ridotto o vera ritirata di professori, scrittori e sperimentatori in filosofia o vero ritirata di professori, scrittori e sperimentatori in filosofia e matematica particolarmente, né però senza l'ornamento di filologia (...) coltivando particolarmente questi due gran campi delle filosofiche e matematiche dottrine et ornandosi delle filologiche e poetiche erudizioni".
L'Accademia della Crusca -a Firenze- pubblicò nel 1612 il primo dizionario di lingua volgare.
A Venezia l'Accademia degli Incogniti, fondata nel 1630, raccolse molti intellettuali che indicevano frequenti "dibattiti". Essa ebbe un ruolo rilevante nella nascita dell'opera e poi nella fondazione del teatro operistico di Venezia.
Sulla scia di quanto accaduto in Italia in tutta Europa sorsero altre Accademie e Centri con il fine di elevare il livello delle arti.
(Segue)
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