dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)
2. La SACRA SCRITTURA NELLA CHIESA LOCALE
Dalla Comunità alla vita
23) Il mistero della Liturgia
Più volte, nei paragrafi precedenti, abbiamo parlato della Liturgia come luogo eminente, in cui la Parola di Dio è ascoltata, accolta e celebrata. Nei paragrafi che seguono, cercheremo perciò di stabilire alcuni punti fermi che devono presiedere alla comprensione della profonda unità tra ascolto della Parola, Liturgia e vita della Chiesa locale.
24) Liturgia e Regno di Dio
Fin dall'inizio i cristiani hanno vissuto la tensione tra il già e il non ancora del Regno di Dio annunciato da Gesù Cristo e compiutosi nella storia mediante la sua morte e resurrezione. La Liturgia, è il luogo dove i cristiani celebrano, ciò che già è compiuto in Gesù Cristo e che nel culto del corpo mistico integrale si trasmette alle nostre vite per costituirci "servi del Regno" in questo mondo.
La Chiesa non è il Regno di Dio; tuttavia, nella Liturgia essa celebra e si unisce all'irrompere del Regno nel cuore dei credenti e alla sua testyimonianza tra gli uomini. Il Signore ha detto, infatti: "Il Regno di Dio è in mezzo a voi", o addirittura "dentyro di voi", secondo una interpretazione ricorrente nei santi Padri.
Nella celebrazione comunitaria del Mistero della Liturgia, siamo così condotti a celebrare l'aldilà della Parola, unendoci con tutti noi stessi, mediante tutte le forme di comunicazione di cui siamo capaci, edificata sul fondamento degli Apostoli e dei profeti, e al cui centro vi sarà l'Agnello, venuto a compiere l'unità tra i popoli e ad asciugare ogni lacrima dagli occhi degli uomini (cfr. Ap 21-22).
In questo senso ribadiamo con forza che una Liturgia vissuta e celebrata in tal modo è già evangelizzazione. Da essa dovrà partire ogni annuncio esplicito nel mondo, come spiegazione della "speranza che è in noi" a chiunque ce ne chieda conto (cfr IPt 3,15). Ogni annuncio che non si avvalga di una piena e concreta esperienza dello Spirito, vissuta e celebrata nella comunità dei credenti, rischierà sempre di ridursi a pura propaganda.
La piena comprensione del Mistero della liturgia, invece, ci rende veri "liturghi" dell'Evangelo, ossia annunciatori della Parola che apre ad una speranza che non ha confini e che è rivolta a tutti gli uomini di ogni tempo e luogo, attraverso il ministero della Chiesa.
Proprio l'intimo legame tra la rivelazione biblica e quanto abbiamo detto mostra con chiarezza che il modo più concreto per lasciarci pervadere dalle energie del Regno e diventare suoi annunciatori è dunque celebrare la Liturgia e prolungarne gli effetti in quella "liturgia del cuore" che è la lectio divina, lasciando che questi due momenti s'illumino a vicenda e prendano carne nelle nostre vite.
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STRUTTURA E SIGNIFICATO
DELLA BIBBIA
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I testi del Vecchio Testamento = = = =
Bibbia, dal greco biblia, significa "libri". E' un plurale (di biblion) che, nel latino e nelle lingue moderne, è stato traslitterato come singolare, a indicare il "Libro" per antonomasia. In realtà, la Bibbia non è un solo libro, ma la raccolta di una serie di libri, ciascuno fornito di un titolo e di peculiarità specifiche, e caratterizzato inoltre da differente estensione e diverso stile letterario e compositivo. Si è persino parlato della Bibbia come di una "raccolta di raccolte" di libri, dato che alcuni libri sono a loro volta, appunto, collezioni di libri.
La Bibbia si divide in due grandi parti: a) libri del Vecchio Testamento (composti a partire dal 1300 circa fino al 100 a.C.; ma i primi si rifanno ad una tradizione orale antichissima); e b) i libri del Nuovo Testamento, che risalgono tutti al I secolo d.C. e sono interamente incentrati sul nuovo messaggio di Cristo.
I libri del Vecchio Testamento riconosciuti canonici dalla Chiesa cattolica (contenenti il "canone" o la "regola" a cui il credente deve far capo per la verità della fede) sono 46.
Fonte:
Testi vari
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