Cosa si vuole intendere?
Si comincia rinunciando a
provincialismo e soprattutto a nazionalismo
Sin dal '500, nel periodo del Rinascimento, in tutto il continente europeo ferveva la rinascita culturale, rivolta a far tramontare il periodo medievale, quello delle visioni e delle restrizioni territoriali.
I movimenti intellettuali e culturali iniziarono, viene da dire testardamente, a rifiutare di rispettare i confini politici perché ritenevano che secondo la loro visione tutti i popoli dell'Europa occidentale avevano molto in comune.
Jean Bodin, fu filosofo, economista e giurista francese ed influenzò la storia intellettuale dell'Europa con le sue teorie economiche e i principi del "buon governo" esposti nei suoi libri (1530-1596). Eglì conobbe l'intera Europa non tanto viaggiando quanto leggendo, divorando migliaia di libri.
Sbeffreggiò gli inglesi che si ritenevano superiori ai francesi, gli italiani perchè disprezzavano "l'astuzia dei greci", gli antichi ebrei ed egizi che "lamentavano la volubilità dei greci", come pure mostravano di fare gli italiani nei confronti dei francesi ed i francesi nei confronti dei tedeschi.
Sempre Bodin mostrò attenzione ai tedeschi e alla loro erudizione: "Ma ridondanti son essi di corpo, ridondanti anche nei loro scritti (...) sia Martino (Lutero), sia Erasmo scrissero più di quanto uno che abbia una vita lunghissima possa riuscire a leggere).
Samuel Daniel, poeta inglese (1562-1619), nel commentare in versi i "Saggi" di Montaigne (1603) manifesta già in quei lontani secoli la proiezione verso il cosmopolitismo:
L'armonia di una penna felice consistenel non lasciarsi soggiogare da una monarchiama nell'unirsi al mondo degli uomini migliorii cui spiriti appartengono a una comunitàche rocce, sabbia, oceani, desertinon possono distogliere dall'interscambio della mente.
Nessun commento:
Posta un commento